Stazione Tiburtina, arriva l’invasione dei topi. Il degrado è totale (video)
Alla Stazione Tiburtina, il degrado è totale. L’ultimo video, condiviso sulla pagina Facebook di Roma fa schifo, ne è l’ennesima riprova. Topi che banchettano all’ingresso della stazione, l’hub ferroviario tra i più importanti d’Italia, ridotto a un vero e proprio immondezzaio a cielo aperto.
Sulla pagina Fb si rincorrono i fanatici sostenitori della Raggi, che addossano le responsabilità a Trenitalia, che avrebbe in gestione la stazione ferroviaria. Ma omettono di scrivere che non si parla di un luogo extra territoriale. Né tantomeno una postazione extra Comunale. In pratica, le pulizie inesistenti della stazione sono da imputare all’Ama. La stessa Ama finita nell’occhio del ciclone per le salme accatastate al cimitero di Prima Porta. Anche in questo caso, la spaesatissima Virginia Raggi farà finta di cadere della nuvole? C’è da scommetterci. Come c’è da scommettere che anche stavolta il Comune di Roma non muoverà un dito.
Alla Stazione Tiburtina gli immigrati hanno già abolito il coprifuoco
Per la Stazione Tiburtina, quello dei topi purtroppo non è il primo problema. Da tempo sono tornati gli immigrati irregolari. I senza fissa dimora, che da qualche mese hanno rimesso i sacchi a pelo. Tra i mucchi di spazzatori, i falò per cucinare e i bagni a cielo aperto, la stazione è ridotta a una favela da terzo mondo.
Anche i passeggeri e i pendolari che escono sul piazzale degli autobus, hanno pessime sorprese. Incappano spesso in immigrati che urinano o defecano alla luce del sole. E al tramonto la situazione è ancora più pericolosa. Infatti, si verificano numerose aggressioni. Negli anni sono state fatte tante denunce ma rimane il silenzio di Raggi, Lamorgese e delle autorità competenti.
Qui il coprifuoco non vale. Non esistono norme anti Covie. Gli assembramenti sono all’ordine del giorno e tanti irregolari circolano senza la mascherina. Una situazione ai limiti della legalità, che non si può neanche definire da terzo mondo. Perché qualche capitale del terzo mondo potrebbe offendersi se paragonata alla Roma di Virginia Raggi.