Storace a Fini: “Perché chiedi alla Meloni ciò che non hai fatto tu a Fiuggi?”

«Quando a Palazzo Chigi c’è la sinistra, il 25 aprile è una festa. Quando c’è la destra diventa una specie di guerra. Per questo – scrive Francesco Storace – commette un errore, Fini, quando suggerisce a Giorgia Meloni di affermare che «la destra fece i conti con il fascismo a Fiuggi».
Su Libero, Storace oggi replica, senza spirito di polemica, ma per amore di verità storica alle parole «dell’amico Gianfranco» Fini pronunciate da Lucia Annunziata.

«A Fiuggi non toccò la fiamma tricolore», ricorda Storace rinfrescando la memoria all’ex presidente della Camera e all’ex leader di An. E ancora: «Alleanza Nazionale aveva tra le sue schiere in Parlamento Alessandra Mussolini: scrivere la preferenza per lei aveva un carattere evocativo anche nel nuovo partito. Esattamente come accadde persino quando alle europee la nipote del Duce si presentò con Forza Italia: un botto di voti. Ancora: quella frase pronunciata a Gerusalemme «Il fascismo male assoluto» fu accolta con mal di pancia enormi e lettere di aggiustamento di quell’espressione (Ignazio La Russa lo ricorderà). Mirko Tremaglia, che in Repubblica Sociale militò, diventò ministro per volontà di Fini, dopo Fiuggi e con Ciampi capo dello Stato e Berlusconi presidente del Consiglio. Tutto questo non per negare la svolta di Fini, che voleva una destra democratica. Ma dov’è la professione di fede, in quel congresso di Fiuggi, che oggi si chiede a Fratelli d’Italia e alla Meloni?
In realtà, osserva su Libero Storace «la sinistra non vuole la pacificazione. E non si capisce perché bisognerebbe acquattarsi su una specie di slogan, pacificazione sì e parificazione no, perché significa oltraggiare anche i morti, che francamente non lo meritano dai vivi. Tra l’altro, chiosa Storace, «dieci anni fa tornò al creatore Teodoro Buontempo, candidato più volte dallo stesso Gianfranco Fini. Antifascista pure lui?»