Strillare Palestina libera oggi si traduce viva Hamas
Strillare Palestina libera oggi significa inneggiare ad Hamas. Perché vuol dire non rendersi conto della minaccia terroristica e islamica contro Israele e l’Occidente.
Diverse migliaia a Roma, tanti di più in altre capitali del mondo libero – e questo vorrà pure dire qualcosa sul valore della democrazia – manifestano contro la guerra. Bene, ma se poi aggiungi il cessate il fuoco qual è la differenza con Hamas? Chi vuole annientare lo Stato ebraico pretende di impedirgli di reagire al terrorismo. Non si può.
Strillare Palestina libera è pro Hamas
A strillare Palestina libera c’era anche un tizio che, davanti alla FAO, ha individuato tra le bandiere d’Irlanda e d’Italia, quella di Israele. L’ha presa (foto sopra al titolo) e l’ha tolta dal pennone. La polizia ha faticato per recuperarla.
Ecco, sicuramente un’azione “dimostrativa”. E che però “dimostra” una fissazione: Israele deve sparire. È la traduzione del linguaggio militare di Hamas.
Terrore e preoccupazione, ma tutto parte il 7 ottobre
Ormai chi protesta testimonia a favore – magari non rendendosene conto – dei terroristi che spargono sangue su Tel Aviv, Gerusalemme, i villaggi vicini a Gaza. È una constatazione che nulla toglie alla preoccupazione di chi guarda a quanto accade nella Striscia e vorrebbe una rapida fine delle ostilità avviate da Israele dopo il massacro del 7 ottobre.
Ma la guerra proprio da quella data è partita, con cinquemila razzi lanciati da Hamas, centinaia di ragazzi inseguiti ad una festa, i morti, i rapiti, i decapitati. Ma che altro bisogna aggiungere per dire sì alla democrazia e no al terrorismo?
Quelle piazze mettono sullo stesso piano uno Stato che governa con libere elezioni e territori dove ormai la legge è quella dei kalashnikov. Ha ragione chi non vuole identificare Hamas come propaggine dei palestinesi, ma in Medio Oriente non si ha traccia di resistenza contro i terroristi. Se lo scopo è distruggere gli ebrei, che fareste voi al posto dello Stato che vogliono sterminare?