Striscioni contro Fedez e intrecci tra ultras, musica e criminalità: indagini della Digos
Le indagini della Digos di Roma stanno rivelando uno scenario sempre più complesso, dove si intrecciano il mondo della musica, le tifoserie calcistiche e la criminalità organizzata. Tutto ha avuto inizio con l’affissione di striscioni contro il rapper Fedez, accusato di essere un “infame” per la sua presunta collaborazione con le forze dell’ordine. La vicenda, che coinvolge personaggi del mondo dello spettacolo e ultras delle tifoserie, ha portato alla luce un panorama di alleanze sotterranee e rivalità.
Il contesto dell’inchiesta: pestaggi e striscioni
L’attenzione degli inquirenti si è focalizzata su due eventi chiave che hanno rafforzato i sospetti sulle connessioni tra gli ultras e il mondo della musica. Il primo episodio riguarda l’aggressione al personal trainer Cristiano Iovino, legato al rapper Tony Effe, avvenuta il 22 aprile 2024 per mano di un gruppo di ultrà del Milan. Iovino, già al centro del gossip per la vicenda Totti-Blasi, sarebbe stato picchiato dopo una lite con Fedez in discoteca. Tra gli aggressori ci sarebbe stato anche la guardia del corpo del rapper milanese, presente pochi giorni dopo a un evento di beneficenza.
Il coinvolgimento di Iovino in queste dinamiche ha inizialmente fatto ipotizzare che dietro gli striscioni contro Fedez ci fossero i tifosi della Roma, dati i legami di Tony Effe con la tifoseria giallorossa. Tuttavia, le indagini della Digos, guidata da Antonio Bocelli, hanno rivelato che Iovino avrebbe invece chiesto aiuto agli ultras della Lazio per proteggersi, coinvolgendo il pugile albanese O. K., vicino a Fabrizio Piscitelli, detto “Diabolik“, il leader degli Irriducibili laziali ucciso al parco degli Acquedotti.
Musica e tifo: intrecci pericolosi
Una parte cruciale di questa vicenda riguarda il legame tra Iovino e il rapper Tony Effe, il quale, appreso del pestaggio, si sarebbe sfogato con Lazza, amico di Fedez. Secondo un’intercettazione agli atti, Fedez avrebbe dichiarato che Tony Effe, per preservare la sua immagine di “ragazzetto ghetto”, non poteva permettere che si sapesse pubblicamente di non aver difeso il suo amico Iovino. Questo intreccio tra mondo della musica e tifo organizzato ha assunto dimensioni preoccupanti, dimostrando come le rivalità tra i protagonisti si siano estese ben oltre i palchi e le curve degli stadi.
Nel frattempo, il dissing tra Fedez e Tony Effe ha alimentato ulteriormente le tensioni, culminando nell’apparizione degli striscioni a Roma che accusavano il rapper milanese di essere un traditore. Sebbene nessuno abbia rivendicato questi striscioni, l’inchiesta ha evidenziato connessioni sempre più strette tra il tifo violento di Milan, Inter e Lazio, svelando una rete di amicizie e alleanze anche all’interno delle frange più estreme delle tifoserie.
La maxi-inchiesta condotta dalla procura di Milano, che ha portato all’azzeramento dei capi del tifo organizzato di Milan e Inter, ha svelato l’esistenza di alleanze anche con gli ultras della Lazio, gettando luce su un mondo fatto di rivalità, violenza e connessioni con la malavita. L’indagine sta lentamente delineando un quadro chiaro in cui il tifo calcistico, la musica e la criminalità si intrecciano, dando vita a una serie di eventi che hanno coinvolto personalità pubbliche e figure criminali. Gli investigatori continuano a scavare in questo intricato sistema di potere, mentre la figura di Fedez rimane al centro delle polemiche legate alla sua collaborazione con le autorità.