Stupro alla Magliana, il racconto choc della vittima di Simone Borgese
Ha avuto coraggio a denunciare la violenza subita. E non lo nasconde. La studentessa violentata da Simone Borgese, già noto per episodi analoghi avvenuti anni fa, non si nasconde e tira fuori tutto il coraggio che ha dentro per raccontare cosa le è capitato. “Non mi sono pentita di aver denunciato perché era la cosa giusta da fare e il prima possibile”.
I fatti
La giovane subito dopo la violenza è stata lasciata a Villa Bonelli. Ha preso un treno e si è confidata con due ragazze che l’hanno vista sconvolta. “In quel momento io non avevo ben in mente che cosa fare ma sapevo solo che volevo starmene a casa e stare in un posto tranquillo – ha aggiunto – Sono state queste due ragazze che mi hanno aiutato a venire qui in questura a denunciare”.
Il coraggio
“Mi ha manipolato – racconta la giovane – mi ripeteva che non lo stavo aiutando, mi sono fidata e ho sbagliato”. E ancora: “E’ stato veramente un attore, un manipolatore. Non sarei mai salita sulla macchina di uno sconosciuto. Non sono stata abbastanza lucida per la situazione che si era creata, vedevo le macchine ferme da un lato e dall’altro della strada, il traffico, lui con lo sportello aperto”
Il precedente nello stesso giorno
Simone Borgese, il 39enne arrestato per violenza sessuale aggravata con l’accusa di aver abusato di una studentessa l’8 maggio scorso a Roma, aveva già colpito l’8 maggio del 2015. Quel giorno era salito sul taxi della vittima, una donna di 43 anni, in via Aurelia prima delle 7 e si era fatto portare in viale Pescina Gagliarda. Lì ne aveva abusato e poi l’aveva rapinata.