Stupro di S.Valentino, indagini chiuse. Rischiano il processo i sei giovani organizzatori del party

Un party a base di vino e superalcolici tra ragazzi, in un appartamento a San Paolo. Poi la violenza di gruppo, il presunto stupro su una sedicenne. Era il febbraio 2021, pochi giorni prima di San Valentino. Ora a distanza di un anno l’indagine giudiziaria si è’ chiusa. E rischiano il processo in sei. I cinque sospetti stupratori e, a sorpresa, anche l’amica della vittima. Secondo gli inquirenti infatti, in fase di indagini avrebbe cercato di discolparli.

Stupro’ ragazza 16 enne a fine giugno a S. Lorenzo, arrestato

Cinque giovanissimi di origine magrebina gli autori del presunto stupro nell’appartamento a S.Paolo

A sporgere denuncia era stata la madre della sedicenne, una studentessa di Montesacro. La sera del party la figlia tornò a casa sbronza e in lacrime. Non riuscendo a dormire. Alla fine si era confidata. “Erano in tanti, erano in cinque. Hanno approfittato di me“. Partita la denuncia, i ragazzi, a stretto giro, vengono identificati dagli investigatori della Mobile. Hanno tra i 16 e i vent’anni, sono tutti romani, ma di origine magrebina.

A coordinare l’inchiesta a piazzale Clodio  il pm Maria Gabriella Fazi, che adesso ha chiuso le indagini sui tre ragazzi maggiorenni, tra i 18 e i 20 (mentre per due minorenni di 16 e 17 indaga la procura minorile). Contestando loro l’accusa di violenza sessuale di gruppo.

L’inchiesta, però, a sorpresa si è allargata. Il magistrato infatti ha iscritto nel registro degli indagati anche l’amica della vittima, la diciottenne che aveva organizzato del party.

Nei guai anche l’amica della vittima. L’sms che ha insospettito gli inquirenti

L’accusa per lei è quella di favoreggiamento. Avrebbe cercato di sviare le indagini per discolpare i presunti stupratori a discapito della 16enne. Negli atti finisce anche un sms: lei che chiede all’amica “Ti sei divertita ieri sera?”. E l’amica, che aveva già sporto denuncia tramite la madre, risponde: “Avoja”, probabilmente per non destare sospetti, per evitare ritorsioni.

Un’inchiesta che, però, non convince i legali dei giovani indagati. Per l’avvocato Gianluca Benedetti “l’incidente probatorio ha chiarito molto aspetti“. “Ritengo“, ha quindi concluso, ” che la vicenda giudiziaria che vede coinvolto il mio assistito, un ragazzo di appena venti anni, è paradossale. E sono certo che alla fine sarà chiarita”.

La Squadra Mobile è certa, invece, di aver raccolto elementi cruciali che hanno poi spinto il magistrato lo scorso novembre a chiudere le indagini preliminari, preparandosi a chiedere il processo per tutti, compresa per l’amica della vittima schierata coi presunti aguzzini.

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