Sulla morte del regista di Otto e mezzo Massimo Manni è ancora mistero

Ha aperto la porta finestra dell’appartamento, ha guardato all’interno e ha visto un corpo a terra, con il volto insanguinato. Il primo a trovare in casa Massimo Manni, il regista tv di 61 anni trovato morto in casa lo scorso giovedì sera, è stato il fratello che ha immediatamente chiamato i soccorsi. Una macabra scoperta. I due fratelli, insieme a Valeria Manni – la loro sorella – avevano un appuntamento proprio quel maledetto pomeriggio. Ma una morte violenta aveva probabilmente sorpreso Manni fin dalla mattina di giovedì. Se si tratta di suicidio od omicidio però, non è ancora dato sapere.

A ricostruire il quadro, che ancora lascia più di un sospetto agli inquirenti, sono gli investigatori del Commissariato Prati, coordinati dalla Procura di Roma, che stanno indagando sul caso. Dubbi che hanno portato il sostituto procuratore Francesco Saverio Musolino ad aprire un fascicolo per omicidio. Una ipotesi che però la famiglia esclude.

Le indagini sulla morte di Massimo Manni

Massimo Manni, regista televisivo anche dello storico “Processo” di Aldo Biscardi e “Otto e mezzo” di La7, era già morto dalla mattina di giovedì, ha stabilito il medico legale.

Stando ai primi riscontri della polizia Scientifica e proprio del medico arrivato sul posto, il corpo presentava una profonda ferita sul sopracciglio e un’altra su una mano. Il cadavere, trovato in posizione supina, era accanto. Per capire meglio le cause del decesso è stata  disposta l’autopsia. Così come saranno analizzate le diverse macchie di sangue trovate in casa.

L’obiettivo è quello di determinare se in quell’appartamento qualcuno abbia aggredito Manni. Anche se nessun’altra pista è esclusa. Un giallo, al momento, con gli investigatori del commissariato Prati che hanno trovato la porta senza segni di scasso, ma la finestra aperta. Così come confermato anche dal fratello di Manni.

La famiglia, Massimo era malato. Fratello e sorella non credono all’omicidio

È probabile che gli inquirenti, per dipanare i dubbi, ascoltino altri testimoni per capire il passato di Manni. Per agevolare le indagini, come da prassi, lo smartphone del regista è stato sequestrato. Manni, come confermato, proprio giovedì pomeriggio aveva appuntamento con i fratelli. Chi non vuole credere all’ipotesi di un omicidio o di un furto finito male, è: “Mio fratello aveva una serie di problemi di salute, da tempo. L’ho visto l’ultima volta il pomeriggio precedente al ritrovamento del corpo. Ora attendiamo l’autopsia che si fa in questi casi. Per noi questo è il momento del lutto, del dolore”, ha detto ad Adnkronos.

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