Talenti, imprenditore coraggioso denuncia maxi giro di usura
Un imprenditore coraggioso ha denunciato un maxi giro di usura nel quartiere di Talenti. Una piaga quella dei soldi prestati a strozzo che sta diventando sempre più diffusa nella Capitale. A causa della crisi economica e anche del coronavirus. Visto che molti cittadini in questi mesi hanno perso il lavoro. E che tantissime attività commerciali sono rimaste chiuse o fatturano pochissimo. Con tutte le spese che intanto continuano a correre. Allora può capitare di essere attratti da prestiti facili. Offerti da gente senza scrupoli. Con tassi di interesse che poi ne rendono impossibile la restituzione. Gettando le vittime nello sconforto e nel panico. E molto spesso l’usura non viene neppure denunciata. Per la paura di ritorsioni o per la vergogna di essere stati costretti a chiedere dei soldi. Ecco perchè fa piacere quando qualche cittadino coraggioso si ribella. E riesce a trovare il coraggio per chiamare le Forze dell’Ordine. Per dire basta. E per ricominciare a vivere. Così i Carabinieri della Compagnia Roma Montesacro hanno arrestato un uomo romano, G.P.. Ritenuto responsabile di attività finanziaria abusiva. E per la stessa indagine i militari hanno anche dato corso al sequestro di un immobile del valore di 400 mila euro a Sant’Angelo Romano.
Operazione anti usura a Talenti. Arrestato un uomo, almeno nove le vittime del racket
Sarebbero state almeno nove le vittime di un usuraio attivo nel quartiere romano di Talenti. Cadute nella sua rete tra il 2015e il 2017. E per l’uomo è scattato l’arresto disposto dal GIP del Tribunale di Roma su richiesta della Procura. Il destinatario della misura cautelare ed altri tre soggetti sono indagati anche per tentata estorsione e trasferimento fraudolento di valori. Le attività investigative si sono svolte tra il 2016 e il 2018 e hanno portato alla luce un articolato sistema usuraio gestito dall’odierno arrestato. I Carabinieri del Nucleo di Monte sacro sono partiti dalla denuncia presentata da un imprenditore del quartiere. Le vittime dovevano restituire il prestito iniziale e gli interessi in 20 settimane, con un tasso ben al di sopra dei limiti usurai. Pagando per di più in rate settimanali. Facile immaginare che in molti non ce la facessero a rientrare del debito. E allora scattavano minacce e ritorsioni, con richieste sempre più pressanti. l responsabile del racket adesso si trova in carcere, perchè il Giudice ha accolto in pieno le richieste della Procura. Riconoscendo la pericolosità sociale del soggetto e il pericolo della reiterazione del reato. E le dieci persone truffate finalmente possono tirare dopo cinque anni da incubo un sospiro di sollievo. Perchè grazie alla denuncia di un imprenditore coraggioso le loro esistenza e e quelle delle loro famiglie non saranno più minacciate e messe in pericolo.
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