Talpa in Procura, chiesti sei anni di carcere per il fidanzato di Camilla Marianera
La procura di Roma ha chiesto una condanna a sei anni di carcere per Jacopo De Vivo, il ragazzo accusato, insieme alla praticamente avvocata Camilla Marianera, di aver venduto notizie coperte dal segreto istruttorio in cambio di mazzette. La sentenza per De Vivo, che ha scelto il rito abbreviato, è prevista per l’8 marzo. Marianera, invece, ha scelto di andare a processo con rito ordinario. Entrambi sono accusati di corruzione in atti giudiziari. L’Avvocatura dello Stato si è costituita parte civile per la Presidenza del Consiglio e per il Ministero della Giustizia, chiedendo un risarcimento di 500mila euro.
Il fidanzato si accorda con la Procura, Marianera continua a negare
La cosiddetta ‘talpa’ nel Tribunale di Roma, non è mai stata individuata. Camilla Marianera ha negato l’esistenza di una talpa: durante l’interrogatorio ha ripetuto più volte che le sue erano solo millanterie per estorcere soldi a persone riguardo processi a loro carico.
Le intercettazioni
‘”lo tramite il mio studio… cosi… diciamo che conosciamo una persona che è .. si occupa in proc… che sta in procura nell’ufficio dove sbobinano le intercettazioni e tutto… e a me fa tanti favori… tipo che se gli metto il nome co’ la data di nascita lui…”. Queste le parole con cui Camilla Marianera rassicurava Giampà Luca, narcotrafficante residente a Spinaceto e sposato con una donna del clan Casamonica. Giampà le aveva chiesto di informarsi su eventuali procedimento a suo carico in cambio di denaro. Marianera, che sembra lavorasse insieme al fidanzato De Vivo, era stata anche assunta come segretaria nello staff dell’assessora alle Pari Opportunità al Comune di Roma Monica Lucarelli (estranea ai fatti e alle indagini) potendo così avere accesso a informazioni riservate.