Tavolini, dopo la delibera del comune pronti 200 ricorsi

“Abbiamo ricevuto circa 200 segnalazioni di aziende associate e piccole e medie imprese romane preoccupate dalla delibera capitolina, imprese pronte a fare ricorso al Tar”. La Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio lancia l’allarme. La delibera di giunta votata la scorsa settimana, che ora dovrà passare al voto del Consiglio comunale, fissa le nuove regole in vigore dal 1 luglio al 31 ottobre 2022. Rispetto agli spazi aggiuntivi per tavolini e dehors concessi durante il covid. Confermando tutto, almeno fino all’autunno. Ma c’è un vulnus. Infatti il I Municipio centro storico, dopo una faticosa mediazione con i residenti, ha risposto ‘picche’. E quindi, esercenti e ristoratori di questa parte di città fondamentale per giro d’affari e incassi, dovranno togliere tutto. E ritornare alle dimensioni pre covid. Il tutto mentre il Parlamento ha approvato un emendamento nell’ultimo decreto taglia prezzi, che addirittura autorizza i maggiori spazi per sedie e tavolini fino al 31 dicembre.

Tavolini e gazebo, il comune decide sulla proroga. E scontenta tutti

Il segretario Fiepet Confesercenti di Roma e Lazio Claudio Pica, senza tavolini aziende sul lastrico

”Nel ringraziare l’assessore al Commercio di Roma Capitale Lucarelli per la capacità di dialogo e concertazione dimostrata fino ad ora con le associazioni di categoria, non possiamo non rilevare la grande preoccupazione in merito alla delibera”. Così ha commentato Claudio Pica, presidente della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio. “Confidiamo nell’emendamento approvato dal Parlamento circa la proroga dei dehors”.

Il riferimento va all’emendamento della Lega al decreto taglia prezzi approvato in commissione Industria al Senato. Prevede la proroga delle attuali occupazioni di suolo pubblico, senza distinzioni territoriali, fino al 30 settembre. Ancora da capire in che modo la norma si andrà a intersecare con il testo nel frattempo partorito in Campidoglio.

“Ad oggi però si rischia un doppio tsunami senza precedenti – conclude amareggiato Pica -. Da una parte chiuderanno migliaia di attività con gli effetti a catena sui livelli occupazionali, dall’altra per gli esercenti di ristorazione, bar, pizzerie e gelatiere, si andranno ad aggiungere i debiti accumulati durante la pandemia. Debiti che ricadranno sui cittadini, con il rischio di una bomba sociale”.