Tavolini e gazebo, il comune decide sulla proroga. E scontenta tutti

È arrivata la tanto attesa e discussa delibera sulla estensione dell’occupazione di suolo pubblico per i bar e i ristoranti. Che in questi mesi è stata oggetto di forti polemiche. E che ha spaccato a più riprese la maggioranza di centrosinistra che governa in Campidoglio. Il punto, riguarda gli ampliamenti concessi durante la pandemia. Quando con ordinanza, poi prorogata, la Raggi concesse spazi in più all’aperto. Per mettere tavolini e gazebo. Ovvia la motivazione. Essendo limitati gli spazi all’interno dei locali, si voleva dare una opportunità in più di lavorare. Soprattutto al settore della ristorazione, che era praticamente sul lastrico. Ora però, l’ultima proroga scade il 30 giugno. E bisogna decidere, se mantenere le agevolazioni, o riportare tutto come prima. I commercianti, con le associazioni di categoria, avevano chiesto di mantenere il regime speciale fino al termine del 2022. In tutta Roma. Il compromesso trovato da Pd e alleati invece, è una via di mezzo. Gli spazi maggiorati per sedie e tavolini resteranno, ma solo fino al 31 ottobre. In tutti i Municipi. Tranne che nel I, quello del Centro storico. Dove dal 1 luglio, tutto tornerà come prima. Ma proprio qui, lavorano con i turisti oltre l’80% degli esercizi legati al food & beverage. Così la prima estate libera dal covid, rischia di essere un flop.

Tavolini, ricomincia la battaglia su tasse e occupazione di suolo pubblico

Quel compromesso sui tavolini tra residenti e ristoratori. Ma nessuno ride

Il compromesso trovato in commissione dalla maggioranza di centrosinistra, adesso dovrà passare al voto dell’Aula di Giulio Cesare. Ma già si parla di un provvedimento, che rischia di scontentare tutti. I commercianti, certo. Perché nella prima estate post pandemia, dovranno levare i tavolini aggiuntivi all’aperto. Almeno nel Centro storico. Ma anche i residenti. Che chiedevano di ritornate comunque allo stato pre covid. E di levare subito i nuovi gazebo e dehors. La scelta è ovviamente frutto di un compromesso. Perché al centro e in Prati, il Pd ottime molti voti. Da quello che si definisce un elettorato radical chic. Così le istanze arrivate all’assessora alle attività produttive Lucarelli, sono state passate ai raggi X. E alla fine, nessuno canta vittoria. Vedremo adesso se il voto dell’Aula modificherà qualcosa. O se il ‘piatto’ – è il caso di dire- sia già confezionato. E non modificabile.

La domanda e le regole

Per chi avrà diritto, la domanda sarà relativamente semplice. Dovrà essere presentata all’Ufficio competente per via telematica. E  corredata da planimetrie catastali, relazione tecnica e copia della ricevuta dell’avvenuto versamento della tassa Osp. La relazione dovrà essere firmata da un professionista abilitato e iscritto all’albo. A questo punto, la pratica andrà praticamente in automatico. Con una verifica esclusivamente formale. Tranne che nel caso di aree sottoposte a vincoli. Nel qual caso, tutto l’incartamento telematico sarà trasmesso alla Sovrintendenza statale. E in caso di parere negativo, bisognerà togliere tutto.