Taxi, il governo li abbandona e chiediamo aiuto a Macron
Arriva anche in Europa la crisi drammatica che sta colpendo il mondo dei taxi e del trasporto pubblico non di linea. Da quando dobbiamo fare i conti con il coronavirus e il distanziamento sociale infatti sono sempre meno i clienti che scelgono le auto bianche per i loro spostamenti. C’è la paura del contagio, anche se in realtà i tassisti si impegnano ad igienizzare spesso le vetture. Anche dopo ogni corsa. Per la loro sicurezza e quella dei loro clienti. E poi c’è la crisi del turismo, che si sente tantissimo. Specie in una città come Roma. Così i taxi aspettano in fila per ore per trasportare qualche cliente. E hanno chiesto aiuto alle istituzioni. Che però spesso sono state assenti. Il Campidoglio dopo tante richieste e proteste della categoria ha fornito delle mascherine protettive. Sulle quali i sindacati hanno espresso più di qualche dubbio. Niente altro, se non la riduzione dei turni. Come dire, lavorare meno e lavorare tutti. Eppure i tassisti si sono dati da fare, a cominciare dal trasporto gratuito del personale sanitario agk ospedali. Si sono attrezzati con gel, guanti e kit per le sanificazioni. Ma servirebbe molto di più. Aiuti fiscali per esempio, per sospendere tasse e tributi anche di livello locale. Assicurazioni per coprire eventuali responsabilità verso i clienti per il rischio contagio. Prezzi calmierati sul carburante. E sussidi diretti per adeguare il parco macchine alle nuove normative.
Il coronavirus è mortale. Pure per le tasche dei tassisti romani (video)
I tassisti sono alla fame. E ora dobbiamo chiedere aiuto a Macron
I tassisti romani sono alla fame. Il comune e la sindaca Raggi sembrano averli abbandonati. E la nuova speranza adesso si chiama Europa. Almeno da quando una europarlamentare del gruppo GUE NGL ha presentato una interrogazione scritta direttanre alla Commissione. Così ci siamo ridotti a chiedere aiuto a Macron. A Strasburgo le regole sono un po’ diverse rispetto a noi e quando si viene interrogati c’è l’obbligo della risposta pubblica. La speranza dei tassisti è che le istituzioni europee possano prevedere stanziamenti per aiutare la categoria a superare questa emergenza. Certo non sarà facile, considerando che da quelle parti il modello preferito è quello del libero mercato. Della Bolkesteim e delle poche regole. E che molti burocrati europei sono dei fan della piattaforma Uber. Però il tentativo di interloquire con l’Europa era giusto farlo. E in molti hanno apprezzato.
Il presidente del 3570 Loreno Bittarelli, bene chiedere a Bruxelles. Ora però ci devono sostenere
L’iniziativa presa in difesa dei tassisti di tutta Europa dalla eurodeputata francese Leila Chaibi va accolta positivamente. Questo il pensiero espresso dal presidente della cooperativa radio taxi 3570 Loreno Bittarelli in una intervista rilasciata ad Affari Italiani. Bittarelli è anche vice presidente di Taxi Europe Alliance con cui collabora per far sentire più forte la voce della categoria nelle istituzioni comunitarie. Mi rallegro che in Parlamento europeo ci siano deputati che ci seguono e che comprendono l’importanza del ruolo dei taxi. Anche in questo difficile periodo. E dei tanti sacrifici fatti dai tassisti per garantire comunque un servizio pubblico disciplinato dalla legge.
Ora non resta che aspettare la risposta della Commissione europea, visto che il governo italiano anche nell’ultimo decreto Rilancio Italia sui tassisti non ha destinato nessuna risorsa. E forse invece di affidarsi alle meritevoli iniziative di qualche deputata francese e a Macron sarebbe il caso di destinare qualcosa degli oltre 50 miliardi stanziati anche alle nostre auto bianche. Se no davvero dovremo dare retta alla sindaca di Roma Virginia Raggi e comperarci tutti un bel monopattino. Mentre qualcuno si dovrà assumere la responsabilità delle migliaia di famiglie dei tassisti ridotte in povertà.