Teatro Roma, bocciato il bilancio. FDI chiede spiegazioni alla Raggi e al vicesindaco Luca Bergamo
Foto Il Tempo.it. Niente approvazione del bilancio per il Teatro Stabile di Roma. Associazione culturale partecipata dal Comune, dalla Regione Lazio e dalla ex Provincia, oggi Città metropolitana. Questo risulta agli esponenti di Fratelli d’Italia Federico Mollicone e Andrea De Priamo, rispettivamente deputato capogruppo in Commissione cultura alla Camera e capogruppo in Campidoglio del partito di Giorgia Meloni. La bocciatura sarebbe arrivata in seguito a specifici rilievi avanzati dal collegio dei revisori. Tutte carte che adesso sarebbero al vaglio della Corte dei Conti. Così l’opposizione chiede chiarezza, direttamente alla sindaca Raggi e al vicesindaco con delega alla cultura Luca Bergamo.”Da fonti interne risulterebbe essere stato bocciato dai revisori il bilancio del Teatro di Roma. E inviato per verifiche alla Corte dei Conti. Raggi e Bergamo chiariscano. Sui teatri Valle e India forse si fa “speculazione” culturale? Il Valle, nonostante sia praticamente un cantiere dalla ridotta agibilità, è ora utilizzato come spazio di registrazione. Ma anche e soprattutto come luogo di lavoro dove le compagnie possono tornare in prova. Ci chiediamo come sia stato possibile il cambio di destinazione d’uso da parte del Teatro di Roma, nonostante la mancata agibilità”.
”Il teatro India è tuttora in mano agli ex occupanti del teatro Valle, strapagati per fare quello che facevano. Non vorremmo che queste prestigiose istituzioni siano diventate il “poltronificio” del vicesindaco di Roma Bergamo”. Fin qui Mollicone e De Priamo, in un comunicato ripreso da Il Tempo.it. Ma la polemica sulla gestione dei teatri nella Capitale parte da lontano.
Dal valzer delle nomine agli stipendi a tre cifre. Mentre la cultura è alla canna del gas a Roma si moltiplicano le poltrone
Il Teatro Stabile di Roma è un ente di diritto privato ma di fatto sotto controllo pubblico, che gestisce le stagioni dello storico Teatro Argentina e del Teatro India. Oltre che del Valle, da quando nel 2018 è cessata l’occupazione durata quattro anni. Da parte di diverse associazioni e gruppi legati all’ultra sinistra, che lo avevano dichiarato ‘bene comune’. Ma ad oggi l’agibilità di quest’ultima sala e’ ancora ridotta, e chissà quando sarà possibile rivedere il Valle in tutto il suo antico splendore. Intanto però non si è perso tempo per quadrare il cerchio delle nomine, quelle che al Movimento 5 Stelle facevano tanto ribrezzo. Prima vittima, il precedente direttore Antonio Calbi, portato dall’ex sindaco Ignazio Marino. E sostituito nel febbraio del 2019 da Giorgio Barbiero Corsetti, attore teatrale, regista e drammaturgo. Una nomina che ha subito spaccato il consiglio di amministrazione, perché Corsetti è sicuramente un bravo artista. Ma sul fatto che avesse i requisiti per fare anche il manager, c’erano molte meno certezze. Una tegola per il presidente dell’ente Emanuele Bevilacqua, almeno fino a che il neo direttore non gli ha rimesso tutte le deleghe.
Un bel risparmio si potrebbe pensare, visto che lo stipendio di Barbiero Corsetti era di 130 mila euro. Ma ecco che per lui è subito spuntata la poltrona di consulente artistico. Stipendio ‘ridotto’ a 96 mila euro, ma con alcuni premi extra legati ad allestimenti e voci varie. Quindi, più o meno gli stessi soldi di prima. Ma una poltrona vuota in più da riempire. Così a novembre di quest’anno è arrivato il nuovo manager Francesco Pirelli. Stesso compenso di 130 mila euro e chiusura del cerchio. Ma intanto al Teatro India non va meglio.
Polemiche anche sul teatro India
E anche il terzo teatro tra quelli ‘associati’ allo Stabile’ del Roma non è rimasto fuori dalle polemiche. Si tratta dell’India, in zona Ostiemse. A due passi da Piazza del Gazometro. Una struttura dedicata alle nuove leve artistiche e alla sperimentazione. Ma sulla quale si sono addensate diverse ombre. Dal modo in cui vengono scelte le compagnie, alla compilazione del palinsesto. Fino all’accusa di essere stato usato come ‘merce di scambio’ per interrompere l’occupazione del Valle. Con un’ampia disponibilità garantita agli ex occupanti. Comunque sia, un dato è certo. Alla guida del Teatro India è stata scelta Francesca Corona. Storica curatrice dello Short Theatre. Peccato che lo stipendio sia lievitato anche in questo caso, da 30 a 45 mila euro l’anno. E mentre tutti gli spettacoli sono fermi per il covid, qualcuno a Roma se la ride. Questione di fortuna, per chi è con il cuore vicino alle ‘Stelle’.
Profondo rosso e stipendi d’oro. Così va a rotoli il Teatro di Roma