Telelavoro, per il comune siamo all’età della pietra

Siamo all’età della pietra per il telelavoro applicato ai dipendenti del comune di Roma. Si tratta di decine di migliaia di persone, tra Campidoglio e municipi. Che spesso garantiscono servizi essenziali anche in questi momenti difficilissimi per l’Italia e per Roma. Dovrebbero avere tutti o quasi l’opportunità dello smart working, tranne quelli che garantiscono i servizi incomprimibili, cioè rivolti direttamente alla persona e impossibili da svolgersi a distanza. Ma in realtà le cose non stanno andando così. I sindacati dei lavoratori sono scesi sul piede di guerra perché vedono ritardi e disparità di trattamento. E soprattutto non ne vogliono sapere di ferie forzate che andrebbero a toccare direttamente le tasche dei lavoratori. In un comunicato congiunto hanno dettato un vero e proprio ultimatum alla sindaca Raggi e all’assessore alle risorse umane Antonio De Santis.

Telelavoro come all’età della pietra

CGIL, CISL e UIL hanno inviato una comunicazione urgente alla sindaca Virginia Raggi e all’assessore alle risorse umane Antonio De Santis. Direttori di dipartimento, dirigenti e strutture del Campidoglio stanno spingendo i lavoratori a rimanere a casa utilizzando le ferie o i congedi. Senza privilegiare invece il ricorso al lavoro agile ovunque sia possibile. Secondo i sindacati, l’amministrazione sta agendo in modo ingiustificabile e irresponsabile mettendo a repentaglio la salute e la sicurezza dei lavoratori. Oltre a non considerare i gravi danni causati all’immagine dell’ente. I sindacati si spingono oltre, sollecitando iniziative severe verso tutti i datori di lavoro di Roma capitale che non applicano con immediatezza l’adozione del lavoro agile in ogni situazione possibile. Una posizione chiara e forte quella del sindacato, in linea con gli ultimi decreti d’emergenza emanati dal governo nazionale. E ripresa dal Consigliere Alessandro Onorato.

La denuncia di Onorato

Sul telelavoro Roma è all’età della pietra. Questa la denuncia lanciata dal consigliere capitolino Alessandro Onorato direttamente dalla sua pagina Facebook. Anche nell’emergenza sanitaria la sindaca di Roma si dimostra inadatta al suo ruolo perché non è in grado di assicurare la salute dei suoi dipendenti. Che sono costretti ad andare al lavoro o a utilizzare le ferie maturate. Ancora una volta la macchina capitolina non è in grado di organizzarsi e di garantire agli oltre ventimila lavoratori la possibilità di prestare servizio da casa. Per questo ho presentato una interrogazione urgente al sindaco chiedendo risposte immediate. Questo atteggiamento è inaccettabile. Fin qui la denuncia di Onorato, alla quale non è mancata la risposta piccata dell’assessore.

L’assessore De Santis nega tutto

Per l’assessore alle risorse umane del Campidoglio i sindacati hanno fatto un fragoroso scivolone, e qualcuno sta utilizzando l’emergenza per costruirsi una vetrina. Roma capitale in realtà ha rafforzato il lavoro agile, mettendolo a disposizione di circa la metà dei dipendenti. Così come non risponde al vero il fatto che i lavoratori capitolini siano costretti a prendere le ferie o i congedi per rimanere a casa. Ma le repliche dell’assessore non sembrano aver spento le polemiche. Il codice civile è chiaro, rilancia il sindacato. Spetta al datore di lavoro garantire e tutelare l’integrità e la salute dei dipendenti. Per questo – concludono i rappresentanti delle tre sigle nella nota congiunta- chiediamo l’immediato annullamento degli eventuali atti relativi a ferie e congedi obbligatori messi in campo dall’amministrazione.