Tentano la ‘classica’ truffa dello specchietto: 2 uomini in manette al Divino Amore
Sono finiti in manette con l’accusa di aver tentato la ‘classica’ truffa dello specchietto due uomini, un 51enne ed un 31enne, già noti alle forze dell’ordine, in zona Divino Amore, una zona del comune di Roma situata a due passi dal confine con il comune di Pomezia e dei Castelli Romani. La notizia è stata diffusa dalla stessa Compagnia dei Carabinieri di Pomezia con un comunicato stampa che pubblichiamo qui di seguito.
Pomezia, tentano la ‘classica’ truffa dello specchietto
“I Carabinieri della Compagnia di Pomezia – si legge nella nota stampa – hanno arrestato un 51enne ed un 31enne, entrambi italiani e già noti alle forze dell’ordine, gravemente indiziati del reato di tentata truffa aggravata.
Nel dettaglio, i Carabinieri della Stazione Roma – Divino Amore erano impegnati in un servizio perlustrativo. Transitando in via Ardeatina, hanno notato a bordo strada due autovetture e due persone ferme, già note ai Carabinieri, discutere con un uomo di nazionalità indiana.
A quel punto, i militari sono intervenuti e hanno accertato che i due soggetti lo stavano accusando di aver provocato un fantomatico danneggiamento alla carrozzeria della loro auto.
Nello specifico, approfittando del sorpasso appena effettuato dal cittadino straniero, avevano lanciato un sassolino contro l’autovettura in corsa causando un rumore simile ad un urto. Hanno così invitato l’uomo ad arrestare la marcia e ad accostare a bordo strada.
2 uomini in manette al Divino Amore
Nel frattempo, uno dei due, con un pennarello poi sequestrato dai Carabinieri, ha simulato un danneggiamento alla carrozzeria. In base al quale avevano chiesto allo straniero la consegna di 400 euro in contanti. Raccolta la denuncia dell’uomo. I Carabinieri, d’intesa con la Procura della Repubblica, hanno arrestato le due persone e successivamente le hanno accompagnate presso le aule del Tribunale di Roma che ha convalidato l’arresto.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati devono considerarsi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva”
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