Teodoro Buontempo, il sindaco che è mancato a Roma

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E’ vero, Teodoro Buontempo era abruzzese, di Carunchio. Ma si trasferì giovanissimo a Roma, nel 1968, e qui ha trascorso la maggior parte della sua vita. Dell’Abruzzo gli era rimasta la caparbietà, la determinazione, l’attaccamento alle tradizioni. Ma era diventato un romano vero, e per questa città ha fatto moltissimo. Tutti, anche i nemici politici, lo ricordano oggi, nel settimo anniversario della sua scomparsa, con stima e rispetto e simpatia. Teodoro infatti appena arrivò a Roma divenne, per il suo naturale carisma, prima dirigente della Giovane Italia, l’organizzazione giovanile del Msi, e poi del Fronte della Gioventù.

Buontempo e le sue battaglie per Roma

E Roma ricambiava il suo amore. Nel 1981 fu eletto consigliere comunale al Campidoglio, per il Msi, e fu rieletto a ogni legislatura ininterrottamente fino al 1997. Nel 1992 poi fu anche eletto deputato, e lo rimase per ben cinque legislature. Il governatore della Regione Polverini nel 2010 lo volle come assessore alla Casa e Tutela dei Consumatori. Fu anche “federale” della capitale, ossia dirigente della federazione cittadina. Tutti gli volevano bene e assecondavano le sue iniziative per la città. Fu anche l’ideatore, nel 1976, di Radio Alternativa, la prima radio libera di destra nella capitale.

Era di casa nelle periferie abbandonate

Innumerevoli le sue iniziative per Roma e per i romani, soprattutto nei quartieri periferici, dimenticati dalla grande politica. Ma lui era sempre lì, dal Tiburtino, a Centocelle, da Nuova Ostia alla Stazione Termini, sempre a fianco dei più deboli, dei dimenticati, di chi abitava nelle case popolari, per difenderne i diritti, anche con le maniere forti se necessario. Era l’unico che potesse andare in un certo bar di Roma, al centro storico, gestito e frequentato dai comunisti, con bandiere rosse alle pareti, quelli duri di una volta. Gli offrivano pure il caffè. In ogni parte della città aveva amici sicuri e fidati.

Quando fu chiamato da una signora, in periferia, che voleva che Teodoro chiedesse alla circoscrizione di rendere un marciapiede attraversabile con uno scivolo per il figlio in sedia a rotelle, Buontempo non fece tanti discorsi. Si tolse la giacca, prese un piccone, e abbatté la barriera architettonica senza tante burocrazie. Teodoro era così, e a Roma lo ricordano tutti. Per questo sarebbe stato un ottimo sindaco della città.