Termovalorizzatore a Santa Palomba, accelerata sul cantiere: a breve la partenza

Termovalorizzatore
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Alla fine hanno vinto Gualtieri e Acea. E l’inceneritore, o come preferisce chiamarlo il sindaco di Roma, il termovalorizzatore, è ormai in dirittura di arrivo. L’avvio del tanto discusso progetto dell‘impianto di Santa Palomba è infatti ormai alle porte. E la Capitale, da anni soffocata dall’emergenza rifiuti, potrebbe vedere una svolta grazie all’inceneritore tanto voluto da Roberto Gualtieri che, nelle intenzioni del Primo Cittadino, dovrà risolvere uno dei problemi più urgenti della Capitale. Il CEO di Acea, Fabrizio Palermo, ha recentemente confermato che il progetto è ormai nelle fasi finali e che la cantierizzazione potrebbe partire a breve.

“Passo cruciale per Roma”

Dopo lunghi mesi di dibattiti e ritardi, il termovalorizzatore di Santa Palomba sembra destinato a diventare realtà. Promosso da Acea e un consorzio di imprese, l’impianto ha raggiunto le ultime fasi autorizzative ed è ora in attesa della conferma definitiva da parte della commissione tecnica. Una volta ottenuto il via libera, si darà il via ai lavori, che potrebbero iniziare in tempi molto rapidi. “Si tratta di un passo cruciale per Roma,” ha dichiarato Palermo, evidenziando l’importanza del progetto non solo per la città, ma anche per la gestione dei rifiuti in tutto il territorio circostante.

Collaborazione tra Acea e Ama

Mentre il termovalorizzatore rappresenta una risposta concreta alla gestione dei rifiuti, Acea sta lavorando a stretto contatto con Ama, l’azienda responsabile della raccolta dei rifiuti a Roma. Questa sinergia punta a ottimizzare l’intero ciclo dei rifiuti in città, migliorando non solo lo smaltimento ma anche il riciclaggio e la gestione delle discariche. “Non si tratta solo di Roma, ma anche di tutti i territori in cui operiamo”, ha aggiunto Palermo.

Le lotte da parte dei comitati

Viene soprannominato “l’inceneritore del Giubileo“, ma con l’evento religioso del 2025 ha davvero poco a che fare. Il progetto del termovalorizzatore di Santa Palomba, promosso dal sindaco di Roma e commissario straordinario per il Giubileo, Roberto Gualtieri, è stato giustificato dalla necessità di gestire i rifiuti prodotti dai milioni di pellegrini attesi in città. Tuttavia, secondo il cronoprogramma, l’impianto sarà operativo solo nel 2028, ben due anni e mezzo dopo la fine del Giubileo.

Una scusa per le procedure d’emergenza?

Secondo i critici, il Giubileo sarebbe solo una “scusa” per avviare il progetto utilizzando poteri straordinari. Marco Alteri, consigliere comunale di Albano e portavoce della Rete Tutela Roma Sud, sostiene che il vero obiettivo è sfruttare la procedura emergenziale per realizzare un impianto che non sarebbe altrimenti approvato. La realizzazione dell’inceneritore, capace di trattare 600mila tonnellate di rifiuti all’anno, è al centro di una vicenda intricata, che ha attirato l’attenzione anche della magistratura.

Un terreno controverso

La scelta dell’area destinata al termovalorizzatore, dieci ettari a Santa Palomba, non è stata priva di polemiche. Ama, l’azienda municipalizzata di Roma, ha acquistato il terreno a un prezzo ritenuto spropositato: 75 euro al metro quadro, contro una quotazione di mercato stimata tra i 40 e i 45 euro. Questo ha sollevato interrogativi, al punto che la Procura, la Corte dei Conti e la Commissione parlamentare Ecomafie stanno indagando sulla transazione.

Un’area già compromessa

L’area individuata per il termovalorizzatore si trova vicino alla discarica di Roncigliano, nota per gli alti livelli di inquinamento rilevati negli anni. In questa zona, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) ha più volte segnalato la presenza di metalli pesanti e idrocarburi nelle falde acquifere. Inoltre, il terreno scelto per l’impianto è classificato come area di Tutela integrale, un fattore che avrebbe dovuto escludere la sua destinazione a nuovi impianti inquinanti.

Le preoccupazioni per la salute

La salute pubblica è una delle principali preoccupazioni sollevate dalle associazioni e dai comitati locali. Secondo uno studio del 2023, nell’area di Santa Palomba si registra un’elevata incidenza di malattie respiratorie e di tumori. La pediatra Francesca Mazzoli, dell’Associazione Medici per l’Ambiente, ha sottolineato i rischi legati alle emissioni di polveri sottili, metalli pesanti e diossina che gli inceneritori, anche quelli di nuova generazione, non riescono a eliminare completamente.

Impatto ambientale e logistico

Le stime indicano che l’inceneritore di Santa Palomba emetterà circa 400mila tonnellate di CO2 all’anno, insieme a grandi quantità di ceneri e fumi. A questo si aggiunge il traffico pesante: si prevedono 300 camion al giorno in più sulle strade già congestionate della zona, peggiorando ulteriormente la qualità dell’aria e il traffico locale. L’area circostante, inoltre, è destinata a ospitare un nuovo quartiere di social housing, con mille nuovi appartamenti, rendendo la situazione ancora più critica.

I fautori del termovalorizzatore: nasce una nuova era per la capitale

Se tutto andrà come previsto da Acea, il termovalorizzatore di Santa Palomba potrebbe essere operativo entro pochi anni. E, secondo i programmi dell’amministrazione capitolina, di Acea e Ama, dovrebbero rappresentare un cambio di rotta decisivo nella gestione dei rifiuti per la Capitale. Con una capacità di trasformare i rifiuti in energia, l’impianto potrebbe non solo ridurre l’impatto ambientale delle discariche, ma anche fornire un contributo significativo alla produzione di energia rinnovabile.