Termovalorizzatore Santa Palomba, il centrodestra dice no agli extrapoteri a Gualtieri: ma il progetto andrà avanti, tra polemiche e accuse

Una storia infinita. Quella del termovalorizzatore – o inceneritore, per chi preferisce chiamarlo con suo “nome volgare” – a Santa Palomba sembra una partita a scacchi, con le pedine che si muovono secondo schemi che un profano, in questo caso il cittadino, non conosce, ma che hanno uno scopo finale: la vittoria finale, lo scacco matto.
La novità delle ultime ore è che il centrodestra ha ritirato l’emendamento al decreto sulla Pubblica Amministrazione che avrebbe ampliato i poteri del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, in merito alla realizzazione dell’impianto. L’emendamento avrebbe conferito al commissario straordinario anche la competenza di decidere se l’area prescelta fosse a rischio ambientale, sottraendo la prerogativa alla Regione Lazio.

Il centrodestra a Gualtieri: “Vai, no, fermati”
Era partita l’operazione “spoglia il Governo di un potere residuo”: l’emendamento sul decreto PA avrebbe trasferito al commissario straordinario – cioè al sindaco Gualtieri – anche la decisione sul rischio ambientale dell’area destinata all’impianto. La Regione Lazio avrebbe perso la possibilità di dire la sua su uno degli argomenti più “dolenti” della provincia di Roma. Poi, all’ultimo minuto, ecco lo stop: i deputati di Fratelli d’Italia hanno alzato la voce, temendo di apparire troppo accondiscendenti, e l’emendamento è stato ritirato.
In pratica, i parlamentari del centrodestra – dopo aver proposto un emendamento per dare ulteriori poteri a Gualtieri sul termovalorizzatore di Santa Palomba – hanno fatto marcia indietro, come un’auto in retromarcia su una corsia stretta. La decisione di ritirare l’emendamento è stata motivata da Fratelli d’Italia con la volontà di non abdicare ai poteri regionali e di non lasciare campo libero al centrosinistra di Gualtieri. Il deputato di FdI e sindaco di Lanuvio, Andrea Volpi, ha dichiarato che il progetto del termovalorizzatore è “sovradimensionato rispetto alle necessità e non aggiornato alle più evolute tecnologie”.
Regione Lazio chiamata a decidere sul rischio ambientale
Con il ritiro dell’emendamento, la palla torna alla Regione Lazio, che dovrà decidere sull’istituzione di un’area a elevato rischio ambientale a Santa Palomba. Il sindaco di Albano Laziale, Massimiliano Borelli, ha sollecitato più volte la Regione a valutare la richiesta di istituire un’area ad alto rischio intorno al sito della discarica di Roncigliano, potenzialmente ricadente anche dove il Campidoglio vorrebbe costruire il termovalorizzatore.
Però la legge regionale prevede che per dichiarare un’area ad alto rischio ambientale debbano essere presenti almeno due aziende ad alto tasso di inquinamento nella stessa zona. Nel caso di Santa Palomba, questa condizione non sembra essere soddisfatta, rendendo difficile bloccare il progetto su questa base.
I comitati contrari all’inceneritore esultano, ma la battaglia continua
L’Unione dei Comitati contro l’Inceneritore ha accolto con soddisfazione il ritiro dell’emendamento, definendolo “un autentico punto di svolta”. Secondo i comitati, si tratta della fine del sostegno parlamentare a Gualtieri e del fallimento di un tentativo di “colpo di mano” per imporre il progetto.
E se da una parte i Comitati anti-inceneritore brindano al ritiro dell’emendamento definendolo una “piccola grande vittoria”, dall’altra il Consiglio di Stato nei mesi scorsi ha già storto il naso respingendo i ricorsi di Pomezia, Ardea, Marino e Ariccia contro il progetto. Che fare allora? Continuare a manifestare, a studiare cavilli normativi, a bussare alle porte della Regione: un’attività continua, perché il rischio è che dopo gli slogan resti solo l’odore di fumo e la puzza di un’opera vecchia di concezione.
Il futuro del termovalorizzatore
Il ritiro dell’emendamento rappresenta una vittoria per i comitati e per chi si oppone al progetto, ma non segna la fine della vicenda. In questa partita a scacchi tra politica, economia e salute pubblica, chi paga il prezzo più alto sono i cittadini di Roma Sud. E fare emendamenti e poi ritirarli sembra l’ennesima presa in giro nei confronti dei cittadini. Una volta per stare dalla parte di qualcuno, una volta per stare dalla parte di qualcun altro. E quindi ecco che si inneggia all’uno o all’altro, come salvatori della patria. Ma intanto si va avanti. Verrebbe da aggiungere: “ognuno in fondo perso dentro i fatti suoi”, come cantava Vasco Rossi. E che i cittadini si arrangino.