Tesori dell’antica Roma in mostra al museo dell’Ara Pacis, ma erano “patacche”: sequestrati

Museo dell'Ara Pacis

Opere antiche, truffa moderna. Dietro il fascino senza tempo delle sculture romane, quelle vere, esposte al Museo dell’Ara Pacis, c’erano anche gli “inganni”. Alcune opere in marmo, presentate come autentiche testimonianze del I secolo d.C., si sono rivelate per quello che sono davvero: riproduzioni moderne spacciate per capolavori dell’antichità. A smascherare la truffa sono stati i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, al termine di un’indagine che ha scosso il mondo dell’arte e della cultura.

L’indagine parte dal sospetto di riciclaggio nel mercato dell’arte

L’inchiesta, condotta sotto il coordinamento della Procura di Roma, è nata da controlli specifici per contrastare il riciclaggio di denaro nel settore del commercio di beni culturali. Gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno analizzato con attenzione alcune delle opere esposte nella corso della mostra “LEX – giustizia e diritto dall’Etruria a Roma”, andata in scena tra maggio e settembre 2023 proprio all’Ara Pacis (che, è bene chiarirlo, non è oggetto di indagine).

Le verifiche hanno svelato che quelle che sembravano autentiche statue di epoca imperiale erano, in realtà, creazioni moderne. Non solo: le opere erano anche accompagnate da una pubblicazione illustrativa che ne rafforzava l’attribuzione storica, distribuita in bibliotecheenti culturalilibrerie e venduta persino online.

Sequestri in tutta Italia per fermare la diffusione della mistificazione

Proprio quel materiale informativo è stato sequestrato in tutto il Paese, in base a un decreto firmato dal GIP del Tribunale di Roma, con l’obiettivo di fermare la diffusione di una narrazione fuorviante che avrebbe potuto generare falsi storici e, soprattutto, creare un mercato illecito fondato su una valutazione economica gonfiata.

La misura cautelare ha impedito che le false opere antiche finissero nelle mani di collezionisti o commercianti, proteggendo così il patrimonio culturale italiano da un danno irreparabile. Una vicenda che fa luce su quanto sia fragile – e al tempo stesso fondamentale – la tutela dell’autenticità storica nell’arte.