Tevere in piena, e il fiume ‘biondo’ diventa una discarica

Altro che biondo Tevere, come si usava dire in un passato nemmeno troppo lontano. Le piogge di questi giorni hanno causato un forte innalzamento del livello delle acque del fiume di Roma, e le banchine sono state in larga parte sommerse. Così come gli argini, nelle zone meno urbanizzate. Il problema però è che gran parte delle aree che costeggiano il corso d’acqua sono invase dalla spazzatura. Delle vere e proprie discariche a cielo aperto, nelle quali viene depositato un po’ di tutto. Da vecchie reti e materassi a carcasse di ciclomotori rubati, frigoriferi, lavatrici e calcinacci. E da ultimo, anche monopattini elettrici abbandonati. Come documentato anche da 7Colli. Monopattino elettrico, tra multe e incidenti è un disastro. E adesso li gettano anche nel Tevere. Lungo gli argini poi sono nati negli anni decine di accampamenti abusivi di sbandati, che vivono in pratica sotto i ponti. Con le loro cose, i panni stesi e quant’altro.  E che in caso di piena nella fuga precipitosa lasciano sul campo altri rifiuti. Tutta questa roba, è stata inevitabilmente trascinata a valle dalla corrente. E alla foce di Fiumicino, presso l’antico faro si è creata un’immensa discarica. Una vergogna, e ci vorranno settimane per ripulire. Eppure esistono anche le barriere di contenimento, che dovrebbero intrappolare rottami e scarti gettati nel fiume. Ma che in caso di piena non possono funzionare. Come ha spiegato anche Legambiente.

Nel Tevere finisce di tutto: dai mezzi rubati ai rifiuti tossici. E i pesci muoiono

La foce del Tevere invasa dai rifiuti. Legambiente, in caso di piena le barriere sono inutili

Le barriere sistemate  lungo il Tevere e l’Aniene per intrappolare i rifiuti sono inutili in caso di piena. A spiegare come funzionano ci ha pensato la consigliera regionale ed ex presidente di Legambiente Lazio Cristina Avenali. In una intervista rilasciata a Roma Today. Se c’è la piena le protezioni si aprono, consentendo alle acque di salire liberamente. È un effetto voluto, ha chiarito la Avenali. Altrimenti la corrente porterebbe via tutto. Comunque tutte le barriere erano state pulite venerdì, e svuotate dei rifiuti. Quindi il grosso di quanto trasportato a valle dalla piena si trovava lungo gli argini. Così la Avenali, e questo ci fa capire quanto sia urgente investire nella bonifica del Tevere. Se non vogliamo che il fiume di Roma si trasformi definitivamente in una fogna a cielo aperto.

Le promesse della Raggi, dal Recovery Fund soldi per rendere il fiume navigabile. Ma prima servirebbe una maxi bonifica

La sindaca di Roma Virginia Raggi si era lasciata sfuggire una promessa. Quando arriveranno i soldi del Recovery Fund, una parte andrà per rendere il Tevere navigabile. Certo, non sarebbe male. Sul modello di quanto avviene a Londra e a Parigi per esempio. Ma prima, ci permettiamo di suggerire alla prima cittadina, sarebbe necessaria una massiccia opera di bonifica annientale. Pulizia delle sponde e degli argini, rimozione di tutti gli insediamenti abusivi. Controllo puntuale dei depuratori. E magari dedicare alla cura del fiume un numero di uomini e mezzi molto superiore all’attuale. In grado di collaborare quotidianamente con Ardis, Vigili del Fuoco e Guardia Costiera. Intanto, almeno per ora il sogno di avere un fiume degno della Capitale d’Italia rimane nel cassetto. E i rifiuti tristemente abbandonati e trascinati alla foce la fanno da padrona.

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