Torna il terrorismo islamico in Europa: musulmano uccide due svedesi in Belgio. “Non credenti”

polizia belga

“Sparatoria questo lunedì sera nel centro di Bruxelles: terrorista apre il fuoco con un kalashnikov, gridando “Allah Akbar”. Ci sarebbero due morti e diversi feriti”. Lo ha scritto su X la rivista online Fdesouche. Secondo le prime ricostruzioni, gli spari sono stati uditi intorno alle 19,15 nei pressi di Place Sainctelette, Boulevard d’Ypres e Boulevard du Ninième de ligne, nel centro città. Sul posto sono arrivati ​​i servizi di emergenza. Nessun sospettato è stato ancora arrestato. Nelle immagini scattate da un residente della zona, si vede un uomo con una giacca arancione fluorescente e un casco bianco, un’arma in mano, salire su uno scooter e fuggire. Presumibilmente in precedenza aveva sparato a qualcuno in un atrio prima di sparare a due persone in un taxi.

Il terrorista rivendica la sua appartenenza allo Stato islamico

In un video diffuso in rete, l’autore della sparatoria rivendica la sua appartenenza allo Stato islamico e si vanta di aver ucciso dei non credenti. Nel suo discorso, in arabo, molto violento, il terrorista dice di aver sparato a due persone per “vendicare i musulmani e che viviamo e moriamo per la nostra religione”. Lo riferisce il sito belga Sudinfo, descrivendo la sparatoria che stasera a Bruxelles ha fatto due morti e diversi feriti. Un uomo ha aperto il fuoco – prosegue il sito – L’uomo avrebbe gridato “Allahu akbar” e avrebbe sparato in tutte le direzioni mentre scendeva dallo scooter con un’arma tipo Kalashnikov. “Le due vittime sono di nazionalità svedese e indossavano la maglia svedese, dato che stasera si svolgerà la partita Belgio-Svezia.

In Francia 489 gli stranieri “pericolosi”

Intanto si apprende che in Francia sono 489 i cittadini stranieri considerati “pericolosi” presenti attualmente sul territorio. A dichiararlo è stato il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, precisando che 300 di loro non sono liberi: sono in carcere, in ospedale psichiatrico o agli arresti domiciliari.