Torture nel centro Croce Rossa, la rabbia dei genitori e di Rocca
La vicenda del centro di riabilitazione gestito dalla Croce Rossa emersa martedì 17 luglio dove i pazienti malati venivano torturati “fa malissimo. È una storia orribile, una vergogna”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, a margine dell’abbattimento del diaframma nel cantiere di piazza Pia a Roma.
“Spero che la magistratura chiarisca questa vicenda in tutti gli aspetti e i responsabili siano puniti – ha aggiunto -. Quei ragazzi sono fragili, meritano tutte le attenzioni: bene hanno fatto i tecnici della Croce rossa ad accorgersi dei segnali d’allarme e a segnalare la vicenda in Procura. Questo si deve fare: non ci si fa giustizia da soli, quando si registrano anomalie bisogna segnalare. Pochi dipendenti non possono possono sporcare il lavoro che fanno 150 mila volontari in modo preparato e professionale. È una ferita che si dovrà rimarginare. Sono stato in contatto con i vertici della Croce rossa tutto ieri, è una brutta pagina, ci vorrà tempo anche se i volontari sono resilienti. Alle famiglie ho espresso tutto il mio sconcerto per quello che è accaduto, e l’Asl lavorerà insieme alla regione per ripristinare il servizio”.
I genitori delle vittime
A parlare sono anche alcuni genitori, a raccogliere le testimonianze ci ha pensato il sito di Fanpage. “Non se lo aspettava nessuno di noi – spiega una mamma ai microfoni di Fanpage – non sappiamo quali versioni siano vere e quali no. Non sapevamo niente e non avremmo mai pensato sarebbe potuto succedere qualcosa di così grave all’interno del centro. Noi familiari siamo stati sempre presenti, non ci sentiamo di essere accusati. La nostra presenza era costante, ci è cascato il mondo addosso”.