Torvaianica, si presenta al ristorante, picchia l’ex e la figlia di lei: “Una suora ha visto tutto ed è andata via senza aiutare”
L’ha seguita fino al ristorante dove era andata a mangiare con la figlia e la madre e lì, con una scusa, l’ha attirata sulla soglia, per poi aggredirla e picchiare sia lei che la figlia, giunta in soccorso. L’ennesima violenza di un uomo che non accetta la fine di una relazione è avvenuta ieri a Torvaianica, in pieno centro, all’ora di pranzo, in uno dei più noti ristoranti-pizzerie, verso le ore 13:30. Vittime della violenta aggressione M.S. e sua figlia M., minorenne.
Decine di persone indifferenti, anche una suora
“Voglio dire quello che è successo per diversi motivi”, racconta M.S. ai nostri microfoni. “Innanzi tutto perché vorrei che quello che è accaduto a me non capitasse ad altre donne. Poi per ringraziare l’unica persona che, quando sono arrivati i carabinieri, ha riferito tutto quello che ha visto, non girandosi dall’altra parte: si tratta della cameriera del ristorante dove abbiamo pranzato. E, come ultimo motivo, per sottolineare, al contrario, l’indifferenza di tutti gli altri presenti, che non solo non hanno mosso un dito mentre io e mia figlia venivamo brutalmente aggredite dal mio ex, ma non hanno neanche parlato quando i carabinieri hanno chiesto le testimonianze. E tra queste persone includo una suora, che ha visto tutta la scena, ma si è poi voltata dall’altra parte, andandosene a passi veloci non appena sono arrivate le forze dell’ordine”.
La storia
La storia tra M.C. e il suo ormai ex compagno ha inizio oltre 12 anni fa. M. ha due figlie piccole, ma l’uomo dice di volerle crescere come un padre, visto che il vero papà purtroppo è morto. Ma quella che doveva essere una favola per la donna si trasforma ben presto in un incubo. L’uomo non collabora più in casa e frequenta strane persone. Così la 58enne, dopo una storia durata ben 11 anni. E lo denuncia per diffamazione, molestie verbali pubbliche e private, minacce, estorsione. Lui, da “gentiluomo”, oltre a perseguitarla, la insulta con epiteti tipo “cagna” davanti a tutti, anche sui social. L’uomo viene rinviato a giudizio ed è in attesa di processo. L’udienza per lui è fissata per il prossimo 29 gennaio. Ma, nel frattempo, la 58enne è stata aggredita.
La donna ieri si trovava al ristorante con la madre e la figlia quando l’anziana si accorge della presenza dell’ex compagno sulla porta del locale. Per evitare scenate, la 58enne si alza e va a chiedere all’ex cosa vuole. La figlia, proprio per paura che succeda qualcosa di male a sua madre, l’accompagna.
Il racconto dell’aggressione: presa per i capelli e picchiata
“Prima mi ha invitata a prendere un caffè, cosa che ho rifiutato. Poi ha iniziato a insultarmi, dicendo che lo avevo fatto arrestare e andare in carcere. Gli ho risposto che non era non era assolutamente vero. Prima mi ha detto: ‘Non ti picchio perché ti amo‘. Poi, vedendo che io non reagivo alla sua frase, si è arrabbiato ancora di più, mi ha presa per i capelli con violenza, al punto da strapparmi intere ciocche. Mi ha strattonata forte e mia figlia, spaventata, ha provato a fermarlo, ma è stata aggredita anche lei”.
L’uomo lancia il trancio di pizza che la 16enne ragazza viene presa a pugni sulle braccia, come dimostrerà poi il certificato del pronto soccorso. “A mia figlia ha anche lanciato in faccia il trancio di pizza che stava mangiando. Ad assistere alla scena c’erano tantissime persone, perché oltre ai clienti del ristorante erano presenti anche i passanti e i clienti della sala scommesse che si trova a poca distanza. Eppure nessuno è intervenuto. C’era anche una suora, mi è rimasta impressa, perché da una persona di Chiesa ti aspetti un aiuto, invece niente. L’unica che è intervenuta è stata una giovane cameriera, che poi ha anche testimoniato davanti ai carabinieri. A lei va tutta la mia gratitudine”.
La denuncia e le minacce
Madre e figlia, dopo l’intervento dei carabinieri, ai quali hanno raccontato ogni cosa e denunciato l’uomo, sono andate al pronto soccorso, ricevendo 10 giorni di prognosi salvo complicazioni. “Abbiamo paura ad uscire di casa. Lui sa dove abitiamo, che posti frequentiamo, cosa facciamo. E solo qualche giorno fa, il 4 ottobre, ho trovavo una lettera nella casella postale, da lui sottoscritta, con scritto “Ti odio, non mi cercare, ti amo, ti ho dedicato tante canzoni, però ti vorrei vedere morta in mezzo ai campi, mangiata dai vermi… io c’ho i ferri, io so dove sono i ferri”. Ho denunciato la cosa ai carabinieri, insieme al fatto dell’aggressione, ma lui è libero di muoversi senza neanche un braccialetto elettronico, malgrado sia io che mia figlia 16enne siamo invalide civili e quindi soggetti fragili. Ma chi ci tutela?“
La 58enne aggiunge anche un’altra cosa. “Quando ho provato a chiedere protezione, mi è stato detto di rivolgermi a una casa famiglia. Ma io una casa ce l’ho, la mia. Perché devo andarmene io, quando sono la vittima? Perché non vengono presi provvedimenti verso chi invece perseguita? È sicuro che sarò viva, fino alla data del 29 gennaio, quando ci sarà il processo?”.