Traballa la Regione Lazio, dopo Tajani anche Salvini bacchetta Rocca: “Più condivisione o ce ne andiamo a casa”
Traballa la maggioranza politica di centrodestra alla guida Regione Lazio da marzo 2023: dopo le rivendicazioni di Antonio Tajani, leader nazionale di Forza Italia, ora ad alzare la voce pubblicamente si è aggiunto anche Matteo Salvini che bacchetta, senza mezzi termini, il governatore Francesco Rocca.
Il nodo della discordia è legato alla mancata condivisione nelle scelte politiche e amministrative, con il carroccio laziale che lamenta di essere stato escluso dalle decisioni più importanti. A partire dalle recenti nomine dei manager delle Asl, dei vertici delle società regionali e dei nuovi direttori dei Parchi del Lazio, etc.
Traballa la maggioranza alla guida della Regione Lazio
Il malcontento leghista è esploso nel corso di un vertice d’urgenza convocato dal partito, alla presenza del segretario Matteo Salvini, che si è svolto nella giornata di ieri, giovedì 6 febbraio. Dopo due ore di confronto serrato, la posizione è apparsa chiara.
“O si cambia rotta o ce ne andiamo tutti a casa”
“O si cambia rotta con maggiore condivisione delle decisioni – questo emerge da fonti politiche leghiste – oppure la Lega è pronta a valutare l’uscita dalla maggioranza“. Una mossa che potrebbe mettere ulteriormente in difficoltà la giunta Rocca e lo stesso governatore, già alle prese con le richieste di Forza Italia che dalla scorsa estate chiede senza riscontro maggiore peso nelle scelte di governo regionale, più poltrone e visibilità. A nulla sono serviti i vari confronti e tavoli politici che si sono susseguiti a più riprese da luglio 2024 per cercare di ricomporre le tensioni.
La Lega: “Troppe decisioni della Regione Lazio in mano a FdI”
Il malessere della Lega non è nuovo, esattamente come quello di Forza Italia, ma le ultime scelte della Regione hanno aggravato la frattura politica. A pesare, in particolare, la gestione delle nomine sanitarie, dove il carroccio non sarebbe stato coinvolto.
Tensione vi sarebbe anche in merito al rinnovo della presidenza dell’Autorità portuale di Civitavecchia, dove la vicepresidente regionale Roberta Angelilli avrebbe favorito un esponente di Fratelli d’Italia, lasciando ancora una volta la Lega ai margini. Un copione che si sarebbe ripetuto anche in altri enti strategici come le Comunità montane e i Parchi, come accennato in apertura, dove molti vertici sono ancora espressione dell’ex giunta Zingaretti o di esponenti di FdI.
L’attacco frontale a Righini, l’uomo forte della Meloni nella Regione Lazio
L’ultimo episodio che ha irritato ulteriormente i leghisti riguarda una proposta di legge sulla riqualificazione delle case popolari, presentata dall’assessore Giancarlo Righini di Fratelli d’Italia, nonostante la delega fosse in mano a Pasquale Ciacciarelli della Lega.
Un affronto che il partito non ha intenzione di lasciar correre. Per questo motivo, la segreteria regionale del carroccio ha chiesto ufficialmente l’istituzione di un tavolo di confronto con Rocca per ridiscutere le strategie politiche e assicurare una gestione più equa delle nomine e delle decisioni chiave.
L’apertura di questa nuova crisi rischia di complicare ulteriormente la tenuta della maggioranza, già frammentata e sotto pressione per le rivendicazioni di Forza Italia. Con la Lega pronta a far sentire il proprio peso, il governatore Rocca si trova ora di fronte a una scelta cruciale: accogliere le richieste degli alleati o affrontare il rischio di una rottura che potrebbe compromettere la stabilità della Regione e condurre ad elezioni anticipate.
