La tragedia dei migranti trasformata in farsa parlamentare
Stanno trasformando la tragedia dei migranti morti in Calabria in una farsa. L’opposizione pretende dal ministro Matteo Piantedosi una specie di tour parlamentare per ripetere sempre la stessa dinamica dei fatti.
Siamo al trascinamento delle istituzioni nel ridicolo. Col governo Prodi una nave della Guardia Costiera si imbattè in un traghetto con cento albanesi a bordo, che furono travolti e uccisi. Ma nessuno pretese dimissioni per un’azione che era a difesa delle coste italiane.
La tragedia dei migranti diventa farsa
Piantedosi invece viene messo sotto accusa con modalità incredibili. Ma quella tragedia che ha portato a morire almeno una settantina di migranti è avvenuta perché la nave si è incagliata in una secca, vicino l’approdo agognato.
Per spiegare quello che ha già spiegato, Piantedosi – dopo essere stato in Calabria a poche ore dal dramma – è dovuto andare mercoledì alla commissione affari istituzionali della Camera e giovedì al Copasir.
Non basta, il 7 e l’8 marzo gli toccheranno le aule di Camera e Senato.
Sembrano alla ricerca della strage di Stato
Sembra la narrazione della ricerca della strage di Stato, deputati e senatori che a più riprese devono interrogare il titolare del Viminale. Uno spettacolo davvero triste. Con i ministri costretti ad andare a zonzo per il Parlamento, anziché lavorare.
Non basta una normale audizione? Anche perché poi c’è la supercazzola su Salvini. “La Guardia costiera dipende da lui”, strillano a sinistra, come se il ministro possa aver ordinato di lasciare andare quei poveri disgraziati. A lui aggiungono il ministro Giorgetti, perché a lui fa capo la Guardia di Finanza. E magari fra poco pretenderanno il faccia a faccia tra i ministri…
Tutto questo è davvero patetico, un insulto anche alle persone che ci hanno rimesso la vita. Perché in un Paese serio le indagini – almeno nelle ore immediatamente successive ai fatti – le fa la magistratura e non qualche parlamentare sguaiato in cerca di facile e cinica visibilità. Ma siamo un Paese serio?