Trapper e influencer, funerale con Ferrari e sgommate per il ragazzo morto a 300 all’ora sul raccordo


Lui si chiamava Nicholas Orsus Brischetto. Amava la musica trap, ma anche i cantanti neo melodici. E SferaEbbasta. Sembra che stesse proprio sentendo un suo brano, mentre percorreva a tutto gas il raccordo anulare, al volante di una potente Audì R8 coupé. D’altronde, Nicholas amava le auto di lusso e veloci. E spesso postava video o Tik toc lanciato ben oltre i 300 chilometri all’ora. Qualcosa però, il 19 luglio scorso e’andato storto. E il 21 enne della periferia est di Roma, zona Ponte di Nona, ha perso improvvisamente il controllo del suo bolide. Che è rimbalzato come una pallina da flipper impazzita. Mentre l’amico che gli sedeva accanto, filmava tutto con il suo smartphone. Per il conducente dopo l’impatto non c’è stato nulla da fare, mentre il passeggero se l’è cavata. Una bravata finita male insomma. Ma anche uno stile di vita, condiviso con gli amici e la comitiva di sempre. Fatto di eccessi, di alta velocità, di sprezzo del pericolo. Ma anche delle regole. Morire così a 21 anni in effetti, non ha alcun senso. Come non lo ha, mettere a repentaglio la vita degli altri. In ogni caso, la sua ‘gente’ ha voluto salutare Nicholas come sarebbe piaciuto a lui. Niente lacrime, ma palloncini colorati. Un cantante neo melodico, e tre Ferrari che sgommavano tra le strade di Ponte di Nona.

Incidente mortale nella notte. Deceduto un giovane, grave l’amico

Nicholas Orsus Brischetto tra gli amici di via Usai era un eroe. Funerale tra motori rombanti e musica neo melodica

Era considerato dai suoi amici e dai tantissimi follower una sorta di eroe. Ma morire a 300 all’ora a 21 anni sul raccordo, rischiando di fare una strage, che senso ha? Più che una ribellione, sembra una follia. In un mondo dove l’eccesso ‘fa figo’, specie nelle periferie che non offrono nulla. Sicuramente,  anche il funerale di eri sera del giovane di Ponte di Nona, celebrato a S. Lorenzo fuori le Mura, non e’stato normale. Con una collana di palloncini, blu e azzurri, liberati in cielo. Un cantante neo melodico, ingaggiato dagli amici per l’occasione. E tre Ferrari, una nera, una rossa e una gialla, impegnate a sgommare e rombare nel piazzale antistante la chiesa. Per un ultimo saluto che si può definire in ogni modo. Tranne che normale. Ma che certamente – questo si – a Nicholas Brischetto sarebbe piaciuto.