Trasporti, l’Autorita’ boccia il Campidoglio. Lenti, affollati e insicuri

Una stroncatura senza appello. Potrebbe essere definito così il rapporto dell’Autorita’ per il controllo dei servizi pubblici locali di Roma capitale. Un organismo indipendente, quindi scevro dall’accusa di elargire pagelle magari per scopi politici. L’Acos (questa la sigla dell’Agenzia) infatti ha realizzato un Focus su cinque criticità. Tra le tante che angustiano le giornate dei cittadini romani. Il decoro e l’igiene urbana, la cura del verde, l’illuminazione pubblica, l’accesso online ai servizi dell’amministrazione e appunto i trasporti pubblici. Che si sono classificati all’ultimo posto, a pari merito con il (mancato) decoro cittadino. Gli intervistati in particolare si sono lamentati per la scarsa puntualità delle corse degli autobus. Per l’eccessivo affollamento, e per la percezione di insicurezza a bordo. Determinata dai mancati controlli. E per il 95% di chi ha risposto al sondaggio, un plebiscito, il mezzo pubblico così conciato non può rappresentare ancora una valida alternativa all’auto privata. Un dato importante, che dovrebbe far riflettere. E che purtroppo non è migliorato, neppure con la pandemia. Quando in realtà le corse dei mezzi dovevano essere garantire e potenziate. Ma le buone intenzioni a quanto pare sono rimaste solo sulla carta.

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Per i romani il sistema dei trasporti pubblici non è, semplicemente, un’alternativa valida all’uso dei veicoli privati. Troppo pochi i mezzi in circolazione per i km da percorrere, troppi lunghi i tempi di spostamento, poca puntualità e troppo affollamento soprattutto negli orari di punta.

I cittadini contestano inoltre la scarsa sicurezza e l’eccessiva evasione, aspetti anche questi da migliorare. Ma ciò che evidenza Acos stessa è come “il trasporto pubblico romano soffra un’importante carenza di governance da parte dei soggetti coinvolti. Troppo numerosi e scarsamente coordinati fra loro, con responsabilità e compiti, dalla programmazione al controllo, spesso non ben definiti”.

A luglio 2021, dopo un anno di lockdown in cui si è spinto moltissimo sulla necessità di rendere più utile e funzionale il TPL, poco è cambiato. E soltanto il 21% dei romani intervistati dall’Agenzia si è detto soddisfatto. Il 43% ha risposto un secco no, il 34% un diplomatico “parzialmente”.

Cosa vorrebbero i romani

Ma che cosa è successo nell’arco degli ultimi 6 anni, periodo preso in considerazione per l’analisi? L’offerta è innanzitutto diminuita: 7 milioni in meno di vetture per km per il trasporto pubblico di superficie, 2 milioni in meno per le ferrovie. Aumentata invece la produzione della metropolitana, di 8 milioni di vetture per km, grazie alla messa in funzione delle linee B1 e C.  Ma il servizio effettuato continua a essere inferiore a quello programmato. Nel  2020 per la superficie lo scostamento negativo è al 10% ed è aumentato sia per la metropolitana (- 7%) sia per le ferrovie (- 17%).

Infine la velocità commerciale, che si è a sua volta ridotta del 12%. A causa del traffico e delle poche corso e preferenziali. E i desideri dei romani. Che vorrebbero più linee di metropolitana per spostamenti veloci per evitare. il traffico delle strade cittadine. L’85% rema in questa direzione, il 64% vorrebbe più tram, il 48% più autobus. Insomma, le idee i cittadini ce le hanno chiare. Ma a questo punto spetterà al nuovo sindaco l’onore di rimettere le cose a posto anche nel trasporto pubblico. Che per ora tra autobus in fiamme e disservizi, resta malinconicamente all’ultimo posto nella classifica del gradimento degli utenti.


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