Trecento ortisti storici sfrattati dai terreni del Santa Maria della Pietà: “Vogliamo incontrare Gualtieri”

Gli ortisti sono li da decenni e coltivano un piccolo orto a conduzione familiare, interpreti delle tradizioni contadine regionali attraverso una comunità radicata nella Valle sul modello del consorzio agrario. Nasce il Comitato per la difesa della Valle Fontana con centinaia di adesioni a seguito del progetto della Città Metropolitana giudicato inadeguato per il sito, con il rischio che l’ultimo angolo di Agro Romano verrà semi urbanizzato.
“Riunione dopo riunione siamo sempre di più”, è il commento di Romano, che cura l’orto qui nella Valle da oltre 50 anni. “Ci stanno buttando fuori – aggiunge Dante mentre firma per il Comitato – tolgono noi e lasciano i rifiuti”. Domenico è più esplicito: “Siamo sentinelle del territorio da decenni, combattiamo contro rifiuti, degrado e malaffare, sono anni che chiediamo all’ex Provincia di essere regolarizzati come hanno fatto con la Cooperativa Cobragor, perché loro sì e noi no?”

La vicenda inizia nel 2015, governo Renzi, con un finanziamento alle ex Province oggi Città Metropolitane, nel XIV Municipio la giunta Marino e poi Raggi, individuano un area a ridosso del Santa Maria della Pietà, per la realizzazione di orti urbani e parco attrezzato, su un modello ibrido contestato anche dai conduttori degli orti, la denuncia del Comitato riguarda lo stravolgimento dell’area con percorsi attrezzati e giochi per bambini accanto alle imponenti fognature degli scarichi di Monte Mario e del San Filippo Neri.
Gli ortisti sfrattati chiedono un incontro con Gualtieri
Immaginare una Valle dell’Agro romano con importanti vincoli paesaggistici di 33 ettari, con fauna selvatica notturna che si vedrà spuntare improvvisamente lampioni e aree mercato è quanto di più anti ecologico si possa realizzare, è il commento di una dott.ssa in agraria che sta curando le controdeduzioni al progetto per il Comitato.
Un investimento inutile, che creerà problemi di gestione e manutenzione, questo il commento di molti, con 2 milioni e 6 mila euro stanziati, quanti lampioni si potrebbero installare nella nostra periferia o per ristrutturare le numerose scuole fatiscenti? “Vogliamo incontrare il Sindaco, è la richiesta di tutti. “Un mese fa sono venuti i tecnici della Provincia e ci hanno detto che a maggio tornano con le ruspe – commenta Franco – imperativo categorico: togliete tutto, ci hanno intimato, noi abbiamo familiari con patologie importanti che vengono a ritrovare qui l’equilibrio con la natura”.
“Questa è una esperienza unica in Italia – commenta Quinto – tra noi ci sono gli eredi degli ortisti storici dell’ex Manicomio, quando con gli infermieri e pazienti praticavano l’ergo terapia. A chi è destinato realmente questo progetto? Chi potrà gestire economicamente una realtà così complessa, forse altre attività lucrative? Perché ci hanno escluso da tutte le fasi? Chiediamo un incontro con tutte le istituzioni per presentare le nostre proposte, siamo qui da oltre 50 anni”.