Trema il più grande Centro Arredo e Design di Fiumicino: stangata del Tribunale

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Fiumicino, il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, dopo ben 6 anni dal giorno in cui è stato depositato il ricorso giudiziario, ha messo la parola fine a una lunga vicenda edilizia che vede coinvolto il Centro Arredo e Design più grande della città. La sentenza ha confermato l’abusività di oltre 4.000 metri quadrati di strutture presenti nel sito (su circa 10mila totali) di produzione e vendita di arredi vari per la casa, ordinandone la demolizione e rigettando il ricorso presentato dai proprietari contro l’ordinanza del Comune di Fiumicino. La struttura di produzione e vendita è situata in località Focena, a due passi dall’aeroporto di Fiumicino.

Fiumicino, è parzialmente abusivo il grande Centro Arredo-Design

Parliamo del Centro Arredo T.H.S., dell’imprenditore M.T., scomparso circa 2 anni fa, che tra l’altro aveva presentato personalmente il ricorso all’Autorità Giudiziaria contro l’ordinanza del Comune che imponeva l’abbattimento delle opere ritenute abusive dal Municipio. Ovviamente, trattandosi di una sentenza di primo grado, la società ha facoltà di promuovere ricorso contro di essa al Consiglio di Stato, secondo ed ultimo grado della Giustizia Amministrativa.

Strutture irregolari a Fiumicino: stangata del Tribunale

Secondo quanto accertato dal Tribunale Amministrativo del Lazio varie costruzioni realizzate nelle aree di pertinenza del Centro Arredo e Design adibiti a produzione, deposito, laboratorio e spazi espositivi sarebbero abusive. Tra le opere abusive identificate figurano, sempre per i giudici del Tar del Lazio:

  • Capannoni per deposito merci e falegnameria, rispettivamente di 280 e 160 metri quadrati.
  • Depositi di 470, 900 e 170 metri quadrati ciascuno.
  • Container adibiti a magazzini e depositi.
  • Manufatti in muratura e legno destinati a esposizione e vendita.
  • Un fabbricato di due piani adibito a esposizione merci per un totale di circa 1.700 metri quadrati.
  • Aree a cielo aperto per la esposizione di materiali edili.

La diversità tra queste opere indicate dai giudici e quelle per le quali era stata presentata una richiesta di condono nel 2004 è risultata evidente, in sede di giudizio. Le domande di sanatoria riguardavano infatti un immobile residenziale e un magazzino di pertinenza per complessivi 170 metri quadrati. Il contrasto tra quanto richiesto e quanto effettivamente realizzato è stato determinante per il rigetto del ricorso.

I giudici respingono il ricorso del titolare del Centro Arredo di Fiumicino

I ricorrenti avevano basato la loro difesa su due principali motivi di doglianza:

  1. La presunta violazione delle normative sul condono edilizio e la mancanza di una corretta istruttoria da parte del Comune.
  2. L’assenza di una motivazione adeguata nell’ordinanza di demolizione, ritenuta ingiustificata a causa del lungo tempo trascorso dalla realizzazione delle opere.

Il Tribunale ha però respinto entrambe le argomentazioni, evidenziando che le opere abusive non potevano essere ricondotte alle domande di condono presentate. Inoltre, i giudici hanno sottolineato che il lungo lasso temporale non può giustificare il mantenimento di costruzioni irregolari, poiché l’abusività dell’intervento costituisce una violazione persistente della normativa urbanistica.

Interesse pubblico e demolizione in vista

La sentenza ha confermato che l’azione del Comune, volta al ripristino della legalità, non richiede una motivazione approfondita oltre alla comprovata abusività delle opere. Il principio del legittimo affidamento invocato dai ricorrenti è stato respinto, considerando che l’abusività è stata determinata dall’incompatibilità tra le opere realizzate e quelle per le quali era stato richiesto il condono.

Compensazione delle spese

Nonostante il rigetto del ricorso, il Tribunale ha deciso di compensare le spese tra le parti, tenendo conto del ritardo dell’amministrazione comunale nel rispondere alle istanze di condono.

fiumicino comune
Fiumicino, la sede del comune