Treni fantasma sulla Roma-Lido e Roma-Viterbo: a rimetterci sono solo i pendolari
Un’altra promessa disattesa, un altro scandalo che scuote la Regione Lazio. Dopo il caso delle “mascherine fantasma”, un nuovo episodio di mala gestione emerge dai binari delle ferrovie regionali: i “treni fantasma”, annunciati con grande enfasi nel 2018 e mai arrivati.
Promesse infrante e progetti mai realizzati
La storia parte da lontano. Nel 2018, l’allora presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, presentava il progetto come il simbolo del rinnovamento per le ferrovie Roma-Lido e Roma-Civita Castellana-Viterbo. Il piano prevedeva un investimento di 314 milioni di euro, di cui 100 già stanziati, per la fornitura di 38 treni e un decennio di manutenzione. I primi convogli avrebbero dovuto essere operativi entro il 2023. Ma oggi, a pochi mesi dalla scadenza, i treni non si sono mai visti. E non si sa se mai si vedranno.
E c’è di più: secondo quanto riportato dall’inchiesta de La Verità, a firma di Paolo Gianlorenzo, le fideiussioni presentate dal fornitore, la Titagarh Firema, sarebbero risultate contraffatte.
Commissione Trasparenza: “Chiarezza sui ritardi”
Massimiliano Valeriani, presidente della Commissione Trasparenza e consigliere regionale del Pd, ha convocato una seduta per il prossimo 26 novembre per fare luce sulla vicenda.
“Vogliamo capire come sia stato possibile un errore così grave e quali azioni la direzione regionale stia intraprendendo per far rispettare i contratti e applicare le penali previste per i ritardi”, dichiara Valeriani. La questione è resa ancora più complessa dal fatto che Firema, l’azienda fornitrice, è partecipata al 30% da Invitalia, una società controllata interamente dal Ministero dell’Economia, che ha anche espresso il presidente dell’azienda.
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Le accuse di Fratelli d’Italia
Dal fronte opposto, Laura Corrotti, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, non risparmia critiche all’ex giunta Zingaretti: “Questo è l’ennesimo errore della vecchia amministrazione che oggi ricade sulle spalle dei cittadini. Le fideiussioni fittizie rischiano di aprire un buco da 56 milioni di euro nelle casse regionali”.
Corrotti chiede con forza che vengano accertate le responsabilità: “Confidiamo nel lavoro della Commissione Trasparenza e nella volontà politica di fare chiarezza su ogni aspetto di questa inquietante vicenda”.
Dov’è Rocca?
Ma perché, in questi mesi, il Presidente della Regione Lazio non ha mai cercato di capire che fine avessero fatto questi treni, vista la situazione precaria dei trasporti nelle due linee “incriminate”? Dov’era il Governatore Francesco Rocca quando i pendolari si lamentavano dei ritardi, dei guasti, delle pessime condizioni di trasporto e chiedevano nuovi treni? Perché non ha verificato come mai i convogli precedente acquistati e già pagati dal suo predecessore non fossero arrivati? Com’è possibile che ci abbia dovuto pensare addirittura un esponente del PD, appunto Valeriani, a fare da opposizione a Zingaretti, che è anche lui del PD?
E a pagare sono i cittadini
Mentre i giochi politici si accendono, a farne le spese sono i pendolari e i cittadini laziali, che continuano a viaggiare su treni vecchi e inadeguati. I ritardi nella consegna dei nuovi convogli pesano come un macigno sulla qualità della loro vita.
Il caso dei “treni fantasma” non è solo un problema di cattiva gestione amministrativa, ma un simbolo di come la burocrazia e gli interessi politici possano soffocare le reali esigenze di un territorio. La promessa di modernità, per ora, resta solo sui binari delle intenzioni.