Trovato morto l’abate emerito di Montecassino: aveva minacciato di scrivere un “libro verità”

I carabinieri del Nucleo Operativo di piazza Dante ed i vigili del fuoco lo hanno trovato seduto in poltrona con il pigiama indosso ed il capo reclinato, davanti al televisore: la morte è arrivata in un attimo per dom Pietro Vittorelli, 191mo abate di Montecassino dal 2007. E nel 2013 il primo a dimettersi dalla cattedra di San Benedetto. La procura della Repubblica di Roma ha disposto l’autopsia: è stata eseguita in mattinata.
Nei prossimi giorni una relazione verrà inviata al magistrato. Le indiscrezioni parlano di una crisi cardiaca violenta e devastante, simile in tutto a quella che nel 2012 lo aveva colpito lasciandolo su una sedia a rotelle e con il lato destro del corpo paralizzato. Per questo nel 2013 presentò a Papa Francesco la sua ‘rinuncia al governo pastorale’. Si era allontanato anche per non creare imbarazzi.

Pietro Vittorelli è stato indagato e poi processato con l’accusa di avere sottratto 588mila euro dal fondo alimentato dall’8 x mille per le opere caritatevoli della diocesi: solo nel maggio scorso l’ex abate è stato assolto con formula piena: perché il fatto non sussiste. Nello stesso periodo le accuse di vita dissoluta: viaggi costosi a Rio ed uso di droga. Secondo le documentatissime indiscrezioni di Dagospia era un personaggio noto sulle App d’incontri per omosessuali.
Nonostante l’infarto continuava a fare uso di droghe “Crack, chetamina e droga dello stupro”. «Gli incontri venivano organizzati attraverso la chat gay grinder e se c’era bisogno anche del supporto di qualche escort il buon abate non si scoraggiava e li andava a cercare sui siti specializzati, tipo pianetaescort o planetromeo. In uno di questi festini il baldo Pietro nonostante non potesse muovere a causa dell’ictus metà corpo, si dice fosse solito pagare un ragazzotto dai capelli biondi solo per farsi mantenere la bottiglia contenente ammoniaca e dalla quale si fumava il crack».
Orge gay, droghe e ricatti: la misteriosa fine dell’ex abate di Montecassino
Come ha scritto La Stampa l’ex abate di Montecassino aveva anche minacciato di raccontare la sua verità in un libro-bomba ed era stato scaricato dal Vaticano. Con gli oltre 500mila euro prelevati dai conti della cittadella benedettina, «Sua eccellenza» Pietro Vittorelli si concedeva uno stile di vita tutt’ altro che monacale.
Viaggi e alberghi extralusso (Brasile, Portogallo, Gran Bretagna), cene a base di ostriche e champagne a Roma e Londra con conti da 700 euro a sera, 2mila euro di shopping alla boutique di Ralph Lauren, pernottamenti da 2mila euro al Principe di Savoia di Milano. Spese per 34 mila euro al mese pagati con carta di credito. La sentenza del tribunale di cinque mesi fa ha chiuso la questione: il fatto non sussiste.
La sorpresa di queste ore è che dom Pietro Vittorelli fosse ancora regolarmente incardinato nel clero diocesano di Sora – Cassino. Come semplice monaco. La Chiesa gli aveva lasciato aperta la porta nonostante avesse trascorso i due periodi di ‘indulto di esclaustrazione’ cioè un anno di ‘congedo’ ciascuno da vivere fuori dal monastero, durante il quale decidere se restare monaco oppure sciogliere i voti. Si era ritirato nel trilocale di famiglia a Roma dove ieri lo hanno trovato morto. A sorpresa era riapparso sulla scena il 28 ottobre 2021: in abito talare, con lo zucchetto purpureo e la croce pastorale sul petto era alla commemorazione della cittadinanza onoraria di Cassino a papa Wojtyla. Il suo status di religioso, consentirà la celebrazione dei funerali in abbazia, come desiderava don Pietro: “Sul piano del diritto canonico nulla osta, poi decideranno a Montecassino” dicono dalla diocesi. La salma verrà sepolta nel cimitero riservato ai monaci.