Turismo, dal governo biscotto per Roma se non ci si può arrivare

Turismo biscotto

Se c’è una risorsa che per Roma è fondamentale, si chiama turismo. Ma il governo sta preparando il biscotto chiamato coronavirus. Non bastava la quarantena che ci siamo sorbiti col lockdown, adesso gli scienziati reclutati da Conte pretendono lo stop alla mobilità tra regioni. Il che vuol dire restare chiusi. Oppure i turisti a Roma li aspettiamo da Rieti e Viterbo, da Latina e Frosinone?

Turismo, biscotto per Roma

Non ci si potrà spostare neppure tra regioni confinanti, Abruzzo e Lazio, Lazio e Campania, Toscana e Lazio, Lazio e Umbria. E nemmeno per quel pezzetto che ci fa confinare col Molise. A Sora sì e a Tagliacozzo no.

E’ Virginia Raggi che deve urlare. E anche la Camera di Commercio. Che li fai a fare dalla Camera di Commercio i tweet (“Gli imprenditori considerano importante aiutare il turismo, comparto strategico per #Roma e l’Italia”) presidente Tagliavanti, se poi non fai muovere il tuo amico e compagno Zingaretti sulle necessità di un settore strategico? Se il governo che lui sostiene apre l’Italia il 4 maggio, un settore come il turismo senza turisti che fine farà?

Alzate la voce

E la Raggi… Era febbraio quando la sindaca di Roma affermava solennemente che “le associazioni di categoria del turismo di Roma hanno lanciato un allarme per il Coronavirus. Non deve passare inosservato. E noi siamo pronti a fare la nostra parte affinché venga ascoltato”. Come, dove, quando, se sono vere le voci che arrivano da Palazzo Chigi?

Pretendete almeno un’estensione della mobilità alle regioni di confine, perché altrimenti vorrebbe dire che stiamo ancora in regime di zone rosse ma occultate, e non va bene, perché si negherebbe ancora qualcosa che sanno solo nelle alte sfere. E resterebbe ancora una chimera il diritto alla mobilità.

A Roma, per un motivo o per l’altro, campano di turismo circa centocinquantamila persone in quasi quarantamila imprese. Le mandiamo tutte a cliccare ancora sul sito dell’INPS o ci decidiamo a trattarle con la dignità che meritano?