Tutte le tappe della fuga di Filippo Turetta: da Venezia alla cattura in Germania
È durata esattamente sette giorni la fuga di Filippo Turetta, il ventiduenne studente di ingegneria del quale si erano perse le tracce dalla tarda serata di sabato 11 novembre quando è stato ripreso a picchiare violentemente l’ex fidanzata Giulia Cecchettin, rinvenuta cadavere ieri mattina in dirupo nella zona di Piancavallo.
Questa mattina Filippo Turetta è stato arrestato dalla polizia tedesca mentre stava percorrendo l’autostrada A9 nei pressi della cittadina tedesca di Bad Duerrenberg in Sassonia-Anhalt. Era a bordo della sua Fiat Grande Punto nera.
L’autovettura di Turetta, dopo l’aggressione mortale a Giulia ripresa dalle telecamere di un’azienda, la Dior di Fosso’ in provincia di Venezia , in quella notte è stata rilevata altri punti , a Zero Branco, ad Aviano (via Monte Cavallo che conduce a Piancavallo), ad Arcola e all’uscita delle gallerie del Vajont.
Il veicolo è stato visto in Val Zoldana, è transitata domenica mattina alle ore 7,22 a Forno di Zoldo. In mattinata, alle ore 9,07, c’e’ una immagina a Ospitale nella zona di Cortina d’Ampezzo. I successivi rilevamenti, a Lienz in Austria, ma anche in Carinzia nella zona di Villach. Stamattina l’arresto in Germania nei pressi di Lipsia.
Le procedure d’estradizione: Turetta può rifiutare l’estradizione
La Germania dovrà adottare la decisione finale sull’esecuzione del mandato entro 60 giorni dall’arresto. Se Turetta acconsente alla consegna, la decisione è presa entro 10 giorni. Il ricercato, prevedono le norme, deve essere consegnato il più rapidamente possibile a una data convenuta tra le autorità incaricate, al massimo entro 10 giorni dalla decisione finale relativa all’esecuzione del mandato d’arresto europeo. Al giovane viene ora notificato il mandato d’arresto da parte delle autorità tedesche; sarà quindi portato davanti a un giudice di quel Paese per la procedura di validazione.