Tutti a terra, la municipale ferma il bus troppo pieno. Ma non si può vivere così
Tutti a terra, questo autobus non può viaggiare in queste condizioni perchè è troppo pieno. E con questo assembramento non è possibile rispettare la distanza di sicurezza prevista dai decreti del governo. E’ successo a Roma sulla linea 708 dell’ATAC, in zona EUR all’altezza di Viale America. Così oltre al danno per i cittadini che hanno preso il mezzo pubblico è scattata la beffa. Tutti usciti la mattina presto per andare al lavoro, perchè i negozi sono chiusi. E nessuno esce per passeggiare o fare shopping. Persone che hanno indossato la loro brava mascherina e hanno aspettato che il bus arrivasse alla fermata. Poi sono saliti, certo. Rispettando il più possibile le normative di sicurezza. Ma senza la certezza di aver fatto tutto bene, perchè in realtà nessuno sa esattamente cosa fare. Le innumerevoli task force governative non sono riuscite a dare al premier Conte uno straccio di protocollo unitario. Regole chiare ed uniformi da diramare alle Regioni per il funzionamento del trasporto pubblico locale.
Così ogni ente locale ed ogni azienda di trasporto ha lavorato di fantasia. Scotch sui posti a sedere troppo ravvicinati. Una porta per salire e una per scendere. Obbligo di mascherina ma non di guanti. Distanziamento di un metro ma niente marker sul pavimento dei bus. Per evidenziare dove ci si dovrebbe mettere per non infrangere la legge. E dispenser con gel igienizzanti presenti solo in poche stazioni. Poi a Roma scatta il controllo e i passeggeri devono anche scendere dal bus. Una vergogna!
ATAC prova la fase 2. Ma a pieno carico sarà un altro film
Non si può viaggiare così, il bus è troppo pieno. Scendete tutti. Succede a Roma sul 708, ora basta sevizie ai cittadini
E’ scattato il controllo di una pattuglia della municipale a Roma in zona EUR. Su un autobus della linea 708, che è stato trovato troppo pieno. Con rischio assembramento. Così la vettura è stata fermata e tutti i passeggeri sono stati fatti scendere. Con annessi perdita di tempo, rabbia e disservizio. E qualche domanda sorge spontanea. Innanzi tutto a chi spetti il controllo sulle persone che effettivamente possono salire sul mezzo pubblico. Senza infrangere la legge. Non si capisce proprio, perchè ATAC ha già detto che con i suoi 250 controllori non ce la fa. E gli autisti ovviamente devono guidare, non si possono mettere a contare le persone. Ma anche se volessero, non è per niente chiaro quanti dovrebbero essere i passeggeri. La prima circolare dell’azienda non lascava spazio a dubbi. Otto persone nei mezzi più piccoli, 14 in quelli da dodici metri. E 18 passeggeri sui jumbo bus. Meno del 10 per cento, visto che sono omologati per 250 persone. Poi l’assessore Calabrese ha scritto una lettera di fuoco all’azienda. Fate come il Cotral, che ha lasciato la capienza al 50 per cento. E ora nessuno sa con esattezza chi può salire. Come distanziarsi. Che cosa fare. E siamo solo all’inizio, con i negozi ancora chiusi. Dal 18 maggio in poi così non si potrà andare avanti. Diteci cosa dobbiamo fare ma lasciateci in pace. Altrimenti la gente finirà per arrabbiarsi davvero.
Trasporto pubblico, parlano i numeri. In 50 mila al giorno resteranno a piedi. Ma la Raggi insiste con bici e monopattini
Sul disastro verso cui rischia di andare il trasporto pubblico capitolino parlano i numeri. Prima del lockdown viaggiavano ogni giorno circa un milione di utenti sui mezzi pubblici della capitale. In questa prima fase di riaperture, si calcola che saranno non più di 300 mila. La flotta circolante è di circa 1200 autobus e il conto è presto fatto. Per non lasciare nessuno a piedi, ogni mezzo deve far salire tra le 25 e le 30 persone. Cosa impossibile con le norme sul distanziamento in vigore. Così secondo uno studio riportato dal quotidiano Il Messaggero ogni giorno circa 50 mila utenti rimarranno ad aspettare il loro turno alla fermata senza possibilità di salire sul bus. Una vergogna, e la Raggi ancora parla di contributi per biciclette e monopattini. La sindaca vada invece a bussare al governo amico. Per dire che a Roma servono subito altri 300 autobus. Si faccia dare le risorse e le spenda bene e in fretta. Prima dell’estate. Vediamo se dopo i parchi otterrà anche questa concessione per i suoi concittadini. E se dimostrerà di meritarsela.