Un boato e si schianta un albero a Corso Trieste. La manutenzione del verde è ancora all’anno zero

Foto Roma Today. “E’ stato come un tuono”. Questo il commento ancora impartito di un commerciante del Quartiere Trieste. Dopo aver prima sentito e poi visto un grosso albero cedere e cadere con le fronde ed i rami su entrambe le carreggiate. E’ successo intorno alle 18:00 di giovedì 9 dicembre su corso Trieste, strada che taglia il quartiere collegando la zona del Nomentano al Quartiere Africano. A cedere un grosso albero, venuto giù all’altezza di via Traù, poche decine di metri dopo il liceo Giulio Cesare.

Tanta paura ma per fortuna nessun ferito né danni alle auto o ad altri veicoli in transito, con il pino marittimo che crollando ha danneggiato un palo dell’illuminazione pubblica. Caduto l’albero sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione Roma Salaria che hanno regolato la viabilità adottando delle limitazioni alla circolazione stradale.

A Corso Trieste la caduta degli alberi in strada non è una novità, era infatti lo scorso marzo, quando in conseguenza di un nubifragio cadde una pianta poco distante dal crollo di oggi. In zona piazza Trasimeno, sempre in direzione piazza Istria. Più grave la situazione che si presentò nel gennaio del 2020 quando, sempre su corso Trieste, un albero si spezzò colpendo un’auto in transito all’altezza di via Corsica. A farne le spese la conducente di una Opel Mokka, rimasta lievemente ferita e trasportata in ospedale.

L’anno prima, nel febbraio 2019, sempre sulla strada che dà il nome al quartiere del II municipio crollò un’altra pianta. Sempre all’altezza del liceo Giulio Cesare, affollato alle 11:30 del mattino di studenti. Con l’albero che colpì e danneggiò tre auto che si trovavano in sosta sulla strada.

I pini di Corso Trieste e quei 60 alberi che il comune voleva abbattere

I crolli avevano portato ad interrogarsi anche sulle condizioni di questi alberi. Anche perchè, ad inizio del 2020, aveva destato una forte preoccupazione la notizia di possibili abbattimenti d’una quota consistente di alberi. All’epoca erano una sessantina, su 169 totali, quelli considerati a rischio. E d’altra parte, le notizie di loro crolli, nel corso degli anni non erano mancate. Ma le proteste, i successivi monitoraggi, le prove tecnico-strumentali eseguite, e gli ancoraggi successivi, hanno consentito di salvaguardare la gran parte degli alberi. Così a maggio, quando si è reso necessario tagliare 13 alberi (di cui 9 pini), non sono partite le classiche proteste. Perché, avevano spiegato dall’associazione Salviamo i pini di Corso Trieste, “avevamo chiesto trasparenza e controlli approfonditi dello stato degli alberi, e li abbiamo ottenuti”.