Università Roma Tre, è polemica sul laboratorio per “trans e gender”. Fdi: “Violata la libertà di minori”

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Ferma condanna verso l’istituzione di un laboratorio per bambini trans e gender creative presso l’Università di Roma Tre. L’iniziativa ha sollevato un acceso dibattito pubblico. Il laboratorio, rivolto a bambini di età compresa tra i 5 e i 14 anni, si propone di fornire uno spazio inclusivo per giovani che esplorano la loro identità di genere al di fuori delle norme tradizionali. L’obiettivo sarebbe quello di promuovere la creatività, il dialogo e il supporto per quei minori che si identificano come trans o che sperimentano identità di genere non conformi.

Forti critiche da parte di alcune forze politiche

Tuttavia, questa iniziativa ha ricevuto forti critiche da parte di alcune forze politiche e sociali, in particolare da Fratelli d’Italia. Il senatore Marco Scurria ha condannato l’iniziativa, definendola una “violazione della libertà dei minori” e sostenendo che i bambini coinvolti siano esposti a influenze indebite sulla loro sfera intima. Scurria ha anche richiesto un’indagine per verificare se il progetto rispetti i requisiti del bando pubblico che ha permesso l’accesso ai fondi statali.

Scurria: “Violata la libertà di minori, venga subito fatta chiarezza”

“Le università rappresentano luoghi di crescita, di confronto, libertà di espressione e determinazione. Per questo l’istituzione di un laboratorio per bambin* trans e gender creative istituito presso l’Università di Roma 3, è una chiara violazione alla libertà di minori – ha dichiarato il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia, il senatore Marco Scurria – Queste attività infatti riguardano ragazzi giovanissimi tra i 5 e i 14 anni, i quali vengono posti ad assurdi e inaccettabili condizionamenti sulla propria sfera intima. Come ha evidenziato il Ministro Bernini è urgente fare chiarezza, vedere o meno se il progetto corrisponda ai requisiti del bando che ha permesso all’Ateneo di accedere ai fondi pubblici. Ogni adulto ha il sacro santo diritto di essere chi vuole, ma blocchiamo subito chi agisce scelleratamente sui nostri bambini”.

Chiarezza sulla conformità del progetto

Il Ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, ha accolto l’appello, chiedendo di fare chiarezza sulla conformità del progetto con le normative e i criteri di finanziamento. Da una prospettiva critica, c’è preoccupazione che tali attività possano influenzare in modo prematuro i minori su questioni delicate come l’identità di genere.

Situazione in fase di monitoraggio

D’altro canto, i sostenitori dell’iniziativa la difendono come un’opportunità necessaria per dare ai giovani uno spazio dove poter esplorare liberamente la propria identità, in un contesto privo di pregiudizi e orientato al benessere psicologico e sociale. Il dibattito si inserisce all’interno di una discussione più ampia sulle tematiche di genere e i diritti LGBTQ+ in Italia, con posizioni divergenti tra chi promuove una maggiore inclusione e chi teme l’impatto su bambini e adolescenti. Al momento, la situazione è in fase di monitoraggio e sono attese ulteriori verifiche da parte delle autorità competenti.