Valeria Fioravanti morta a Roma: ‘Meningite scambiata per mal di testa’
Meningite scambiata per mal di testa. E quelle tante domande che restano perché forse Valeria Fioravanti, una giovane mamma romana, poteva salvarsi. Invece, l’epilogo lo conosciamo tutti: la 27enne è morta il 10 gennaio del 2023. E la sua famiglia non smette di combattere per avere giustizia e conoscere la verità su quei drammatici giorni: dalle corse in ospedale, alle diverse diagnosi. Fino alla morte per colpa di una meningite batterica non diagnosticata. O meglio, non in tempo.
Valeria Fioravanti morta per una meningite batterica
Valeria Fioravanti, giovane ragazza di 27 anni e mamma da poco più di un anno, è morta a gennaio del 2023. Stroncata da una meningite batterica, che tante volte, da più medici, sembrerebbe essere stata scambiata per un semplice e banale mal di testa.
La sua storia è iniziata pochi giorni prima, quando si era recata in una struttura della Capitale per rimuovere un ascesso. La mattina del 30 dicembre 2022, come raccontano i familiari, la giovane era stata accompagnata in ospedale: i dolori non passavano, nonostante le medicine. Ma è qui che Valeria, per la prima volta, viene accusata di ‘esagerazione’. Lei stava sbagliando, doveva solo riposare, ritornare a casa. Da quel giorno il via vai in ospedali diversi, poi il decesso per una meningite acuta in corso. Poteva salvarsi se solo qualcuno se ne fosse accorto in tempo?
Valeria, d’altra parte, era stata portata in ospedale più volte. E tutte le volte era stata mandata via: per i medici dei nosocomi, diversi e tutti di Roma, stava esagerando. Quei dolori erano da ricondurre a una cefalea, nulla di più.
La decisione del gup il 27 giugno
E’ stata accolta, come riporta Rai News, la richiesta di costituzione di parte civile della famiglia e del compagno della giovane. E nel corso dell’udienza preliminare il gup di Roma ha ribadito anche la richiesta di rinvio a giudico per tre medici. Secondo la procura, infatti, i medici avrebbero sottovalutato le condizioni della giovane e non avrebbero effettuato una valutazione neurologica approfondita. Anzi, ‘in cooperazione colposa tra loro’ avrebbero provocato la morte della 27enne. La decisione del gup, però, è attesa per il prossimo 27 giugno. E la famiglia non si arrende.
‘Aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso’, dicono. Supportatati da migliaia e migliaia di persone, che non li hanno mai lasciati soli in questa lunga (e dolorosa) battaglia.