Valeria Fioravanti morta per una meningite, il papà: “Il 27 giugno inizia la nostra battaglia in Tribunale”

Valeria Fioravanti

Mancano tre settimane e inizierà il processo sulla morte della 27enne Valeria Fioravanti, la ragazza deceduta il 10 gennaio dello scorso anno a causa di una meningite batterica, dopo essere stata mandata a casa da 3 ospedali diversi.

Dopo la prima udienza preliminare, la procura ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per tre medici, uno del policlinico Casilino e due dell’ospedale San Giovanni, in quanto – secondo l’accusa – “in cooperazione colposa tra loro” avrebbero provocato la morte della ragazza. Accolta anche la richiesta di costituzione di parte civile dei familiari e del compagno. Dieci persone che ora saranno rappresentate dagli avvocati Leonardo Lener, Kevin Chiani e Andrea Thau.

Valeria Fioravanti morta a Roma: ‘Meningite scambiata per mal di testa’

Valeria Fioravanti, il padre: “Poteva salvarsi con un antibiotico, invece è morta”

“Giovedì 27 giugno inizierà la nostra battaglia in nome di nostra figlia Valeria – dichiara alla redazione di 7 Colli Stefano Fioravanti, papà di Valeria – tra tre settimane partirà un processo penale che attendiamo da molto tempo, che chiarirà le responsabilità sulla morte di nostra figlia. Ci auguriamo che il processo faccia chiarezza, fino a quel momento non ci daremo pace. Sia io che Tiziana, mia moglie, siamo convinti che Valeria si poteva salvare, vogliamo e pretendiamo che esca fuori la verità“.

“Sul referto dell’autopsia – prosegue Stefano Fioravanti – il Pm ha accertato, scrivendo nero su bianco, che Valeria si sarebbe potuta salvare con un antibiotico di tre giorni. È una certezza che si sarebbe potuta salvare. E invece è morta”.

Le visite in vari ospedali e la morte

Operata al Campus Biomedico di Roma per un ascesso a dicembre del 2022, due giorni dopo era stata dimessa. Valeria si è poi presentata al pronto soccorso del policlinico Casilino accusando un forte mal di testa, dolori alla schiena e al collo per poi ripresentarsi anche la mattina del 30 dicembre in quanto i dolori non accennavano a passare. Successivamente si è rivolta ai medici del San Giovanni ma le condizioni di Valeria hanno continuato a peggiorare, arrivando poi anche al Gemelli dove i medici gli hanno diagnosticato una meningite batterica che non le ha lasciato scampo.