Vasco Rossi: la dura legge degli ascolti
Ieri la serata è stata vinta da RaiUno con Il Festival del Circo di Montecarlo condotto da Serena Autieri che ha ottenuto il 19.3% degli ascolti. Su Canale5 il documentario di Giorgio Verdelli Vasco Rossi – I Magnifici 7, nonostante la superpromozione ricevuta nei giorni scorsi su tutte le reti del Biscione, non è riuscito a superare il 14.8%.
Il fatto che le due reti principali abbiano programmato entrambe degli eventi non pensati innanzitutto per la televisione (anche se rielaborati), ha favorito altri canali che hanno offerto alternative più classicamente televisive. Come nel caso del film Valzer di Natale a Parigi proposto da Raidue. Pellicola di modesta fattura ma che è riuscita a ottenere un buon 6.4%. Lo stesso si può dire della versione in prima serata di In Onda su La7 che ha raggiunto il 5.6% con più di un milione di telespettatori. La sfida tra RaiUno e Canale5 di ieri sera ci permette però di analizzare il funzionamento degli ascolti televisivi.
Festival del Circo di Montecarlo: ormai una tradizione natalizia
La manifestazione monegasca che premia i migliori talenti circensi da tutto il mondo compie quest’anno 50 anni anche se l’edizione è stata la 46ª. Non si è svolta, infatti, quattro volte, la prima per il lutto dovuto alla scomparsa di Grace Kelly, poi in occasione della Guerra del Golfo e, infine della recente pandemia Covid. Voluta e fondata proprio dalla principessa Grace nel 1974 negli ultimi 25 anni era diventata l’appuntamento fisso di Raitre in due serate molto particolari: il 24 e il 31 dicembre. La conduzione sempre al femminile ha visto vari avvicendamenti, da Ambra Orfei a Filippa Lagerback, da Cristina Chiabotto a Melissa Greta Marchetto nelle ultime cinque edizioni.
Quest’anno è sbarcata su Raiuno ed è stata affidata a Serena Autieri. Sono cambiate anche le date. Oltre a ieri sera vedrà una seconda parte il 4 gennaio, quando verranno assegnati i premi alle migliori performance. I numeri presentati sono molto affascinanti, soprattutto quelli acrobatici, del resto sono eseguiti dai più bravi artisti mondiali ed è abbastanza ovvio che attirino l’interesse degli spettatori. Purtroppo molto spesso le esibizioni vengono interrotte dall’inquadratura, in primo piano della Autieri e di Alessandro Serena, divulgatore delle arti circensi dell’Università Statale di Milano, a cui spetta un commento tecnico. Credo che se queste interruzioni venissero riservate ai momenti “morti” tra un numero e l’altro (e ce ne sono parecchi) il programma ne acquisterebbe anche dal punto di vista del seguito da parte del pubblico.
Vasco Rossi – I Magnifici 7: il protagonista è Vasco e non Giorgio Verdelli
Anche il documentario su Vasco poteva essere fatto meglio. Intendiamoci è stato un ottimo prodotto. Spesso emozionante, bellissime riprese che hanno saputo rendere in modo molto efficace la partecipazione del pubblico. Molto bravo Claudio Amendola nel ruolo di conduttore engaged. La sua passione per la musica di Vasco ha reso più toccanti i suoi incontri con il cantautore, la band, il direttore di palco. E tutte le persone che da quarant’anni lavorano dietro le quinte ma contribuiscono al successo del maggior rocker italiano.
Le numerose presenze di fan vip: Luca Argentero e signora, J-AX, Noemi, Emma Marrone, Beppe Fiorello e suo figlio, le campionesse ed ex tenniste Roberta Vinci e Flavia Pennetta, Roberto Bolle, sono stati usati poco e male. Il documentario è stato realizzato riprendendo gli ultimi sette concerti che Vasco ha fatto la scorsa estate nello stadio di San Siro. Possibile che in sette giorni di riprese non ci sia stato il modo di vedere o realizzare incontri tra il cantautore romagnolo e i suoi fan famosi?
Quella storica foto anni ’80 che ha emozionato i telespettatori
Tranne che nel caso di Beppe Fiorello, in cui l’incontro si è visto e l’attore ha mostrato a Vasco una foto che li ritraeva insieme alla fine degli anni ’80, tutti gli altri sono stati liquidati con brevi battute. Mi sembra un po’ poco con tutte le possibilità (e i nomi) che c’erano. In compenso l’intervista centrale all’artista è stata gestita non da Amendola ma da Giorgio Verdelli, ideatore e regista del documentario. Per essere buoni la definirei ridondante.
Non solo perché gran parte delle cose che Vasco ha detto durante l’intervista le avevamo già sentite nei momenti in cui aveva dialogato con Amendola o in brevi monologhi registrati mentre passeggiava sulle gradinate dello stadio vuoto (questa invece sì una scelta molto suggestiva). Spesso le domande di Verdelli sono sembrate più celebrative del regista stesso che non del cantautore. Chiedeva a Vasco cosa pensasse di sue intuizioni riguardo i testi delle sue canzoni e della sua musica. Con tanto di poesiola finale (di Verdelli) fatta centonando pezzi delle parole delle canzoni che si concludeva con «…ognuno col suo viaggio ognuno diverso perché un concerto non è mai tempo perso». Da brividi davvero ma di imbarazzo.
Vasco Rossi la spietata legge degli ascolti tv
Credo però che anche in assenza di questi difetti l’ascolto del programma non sarebbe stato molto diverso da quello di ieri sera. Vasco Rossi detiene il record di presenze in un concerto dal vivo realizzato nel 2017 al Modena Park: 250.000 persone. Ieri sera il documentario a lui dedicato ha totalizzato 1milione e 900mila telespettatori: quasi otto volte di più. Se il risultato in termini di numeri fosse stato quello di quel concerto la percentuale del programma sarebbe stata intorno all’1,5%.
Nei sette concerti di San Siro dell’estate scorsa, tutti sold out, diciamo che vi hanno assistito 420mila persone, ieri sera avrebbe fatto meno di 4 Ristoranti che su Tv8 ha totalizzato 479mila spettatori con il 2.8%. La Tv è spietata. Un grande successo in ambito musicale, letterario, artistico in generale, spostato in ambito televisivo rischia spesso di essere risibile. Per questo, nonostante le dichiarazioni spesso ipocrite, non ci sono programmi che parlano di libri, d’arte o strettamente di musica. Per questo, quando la tv vuole parlare di questi argomenti, deve trovare dei modi che siano coerenti con il mezzo stesso. Con buona pace dei “puristi” e di quelli con la puzza sotto il naso. Altrimenti è meglio non farlo.