Vele di Calatrava, l’Asi e FDI lanciano un concorso di idee per recuperare la cattedrale nel deserto

È una vera e propria cattedrale nel deserto, lo scheletro dell’edificio comunemente conosciuto come ‘le Vele’ di Calatrava. Che sorge a Roma est, vicino all’imbocco della A24. Ma che con il suo profilo bianco, è visibile anche in lontananza. Per decine di chilometri. Doveva essere la nuova città dello sport, così almeno aveva dichiarato trionfalmente l’allora sindaco PD di Roma Veltroni nel 2007. All’atto della posa della prima pietra. E la struttura avrebbe dovuto ospitare i mondiali di nuoto del 2009. Preistoria. E tanti soldi buttati al vento. Tutto è rimasto così praticamente da allora. Comprese le vetrate ricurve e avveniristiche. Che dovevano addirittura arrivare dal Giappone. Mai pervenute. Insomma, dopo 14 anni le Vele sembrano già un simbolo degli sprechi del passato. E un manufatto da archeologia industriale. Tanto che nella primavera di quest’anno, il governo ha acquisito tutta l’area dall’università di Tor Vergata. Trasferendola al demanio. In attesa di decidere cosa farne. Così alcuni, come Carlo Calenda nella sua lunga (e non fortunata) rincorsa alla poltrona di sindaco, ne avevano proposto la definitiva demolizione. Con il recupero dei materiali. Ieri invece l’Asi, l’Alleanza italiana delle associazioni sportive guidata dal senatore di FDI Claudio Batbaro, e una rappresentanza del partito della Meloni, si sono recati sul posto. E hanno esposto uno striscione. Per chiedere di lanciare un grande concorso di idee. E invece di buttare giù tutto, di completare finalmente l’opera. Con le risorse disponibili, senza sognare l’impossibile. Ma dando una risposta ai cittadini. E allo sport, anche di base. Che in città e in questo quadrante, chiede a gran voce gli impianti che non ci sono.

320 milioni per le ‘vele’ di Calatrava a Tor Vergata. Il Municipio insorge, ci sono altre priorità

Il sit in e il concorso di idee per le ‘Vele’

L’Asi propone non di smantellarla come ha chiesto Calenda”. Operazione che, ha fatto notare il senatore di FDI Claudio Barbato, sarebbe “comunque  costosa”. La proposta è invece quella di “darle immediatamente una nuova destinazione compatibile con le risorse a disposizione. Promuovendo un concorso pubblico di idee per il completamento delle opere e la ricerca di un partner commerciale per la gestione della struttura”.Dello stesso avviso sono anche gli attivisti di Fratelli d’Italia, come Alessandro Cochi e Giorgio Ciardi. Così come  i dirigenti e gli atleti Asi che si sono recati a Tor Vergata. Davanti al cancello di quella che nel 2007, con la posa della prima pietra, era stato annunciato come la futura città dello Sport. Cinquantratré ettari di verde che, da allora, sono rimasti confinati in una sorta di limbo. Ecco il motivo dello striscione che hanno srotolato, con scritto Roma merita rispetto. E vedremo se il futuro sindaco e il governo vorranno tenere conto di questo suggerimento.