Velletri, processo sospeso per Lavinia, investita a 16 mesi fuori l’asilo e rimasta invalida: “È inaccettabile”

Velletri, la giustizia sembra ancora lontana per Lavinia Montebove, la bambina investita il 7 agosto 2018 nel parcheggio di un asilo a Velletri. A soli 16 mesi, Lavinia è stata vittima di un incidente devastante che le ha causato lesioni gravissime, rendendola tetraplegica e completamente dipendente dalle cure dei genitori. Oggi, a distanza di oltre sette anni, il processo per ottenere giustizia è ancora in una fase di stallo.
Velletri, processo sospeso per la piccola Lavinia
Il recente rinvio del processo d’appello, che era stato avviato a dicembre scorso, ha acceso nuovamente polemiche e indignazione. La sospensione è stata causata da un difetto di notifica nei confronti dell’imputata principale, un errore burocratico che ha ulteriormente prolungato il calvario giudiziario. Per molti, questo ennesimo ritardo rappresenta un ulteriore schiaffo alla famiglia della piccola Lavinia, che da anni lotta per ottenere un riconoscimento giuridico delle responsabilità.

Condanne ‘leggere’ in primo grado
In primo grado, le imputate erano state condannate a pene considerate da alcuni troppo leggere rispetto alla gravità dei fatti. La maestra titolare dell’asilo, accusata di abbandono di minore, era stata condannata a due anni e mezzo di reclusione. L’investitrice, ritenuta responsabile delle lesioni gravissime inflitte alla bambina, aveva invece ricevuto una condanna di un anno. Entrambe le sentenze avevano suscitato critiche, considerate insufficienti rispetto al dramma umano e alle conseguenze irreparabili dell’incidente.
Lavinia, investita a soli 16 mesi d’età
Lavinia, che all’epoca dei fatti aveva solo 16 mesi, si trovava nel parcheggio dell’asilo quando un’auto in retromarcia l’ha travolta. La dinamica dei fatti ha evidenziato diverse responsabilità, sia in termini di supervisione da parte del personale scolastico, sia nelle manovre compiute dall’automobilista. Nonostante la gravità dell’incidente, la conclusione del procedimento giudiziario sembra ancora lontana, aggravando il senso di frustrazione e impotenza di fronte a una vicenda che avrebbe richiesto maggiore celerità.
L’intervento della Garante per l’Infanzia della regione Lazio: “È inaccettabile”
Monica Sansoni, Garante per l’Infanzia della Regione Lazio, ha definito la situazione “inaccettabile”. Il continuo rinvio delle udienze rappresenta non solo un fallimento del sistema giudiziario, ma anche un ulteriore peso per una famiglia già devastata dal dolore. La Garante ha annunciato l’intenzione di intervenire presso la Corte d’Appello di Roma per chiedere maggiore solerzia nel garantire giustizia per Lavinia. Il caso, infatti, non riguarda solo il destino della bambina e della sua famiglia, ma solleva questioni più ampie sull’efficienza e sull’umanità del sistema giudiziario italiano.
Lavinia, oggi gravemente invalida
Lavinia, oggi gravemente invalida, vive quotidianamente una condizione di sofferenza fisica e psicologica, accompagnata dalla dedizione instancabile dei suoi genitori. La vicenda mette in luce la necessità di una maggiore attenzione nei confronti delle vittime di incidenti così gravi e delle loro famiglie, che spesso si trovano abbandonate non solo dal punto di vista giudiziario, ma anche da quello umano.
Il caso Montebove è diventato un simbolo delle inefficienze del sistema giudiziario italiano, troppo spesso rallentato da procedure burocratiche e difetti di notifica che finiscono per ritardare la giustizia. A sette anni dall’incidente, la domanda resta: quando arriverà una risposta chiara e definitiva per Lavinia e la sua famiglia? Per ora, la battaglia continua, tra rinvii e promesse di impegno da parte delle istituzioni. Ma il tempo che passa senza una soluzione non fa che alimentare il dolore e l’indignazione di chi chiede semplicemente giustizia.