Vergogna buoni pasto, 7 milioni fermi uno schiaffo alla città
È caos sui buoni pasto che il Campidoglio dovrebbe iniziare a consegnare da giovedì alle famiglie più bisognose della capitale. I soldi ci sarebbero pure, messi direttamente dal governo nazionale e dalla Regione Lazio. Ma ritardi, incomprensioni e burocrazia rischiano di vanificare tutto. Sarebbe una vergogna e uno spreco intollerabile. In un frangente delicato nel quale molta gente ha davvero bisogno di aiuto. Ma andiamo con ordine. Il governo ha stanziato per tutti i comuni una cifra proporzionale al numero degli abitanti. Destinata ad aiutare chi è più in difficoltà. La sindaca Raggi ha deciso di utilizzare la somma per l’acquisto e la distribuzione di buoni pasto. In linea con quanto hanno fatto molte altre amministrazioni. Si tratta di 15 milioni di euro, non proprio bruscolini di questi tempi. Oltre ad altri 7 milioni che arrivano direttamente dalla Regione Lazio. Quindi 22 milioni in totale per dare un aiuto concreto alle famiglie più povere. Almeno così doveva essere. Ma poi è arrivata la burocrazia. E tutto rischia di fermarsi. Almeno per ora.
Roma, i soldi dei poveri ai burocrati del Campidoglio
Buoni pasto, fermi i 7 milioni della Regione. E municipi in tilt sono una vergogna
Sono arrivati 22 milioni di euro da governo e Regione Lazio. Direttamente a Roma capitale, per aiutare i cittadini più bisognosi. Quelli che anche a causa del coronavirus non riescono più a fare la spesa. E che tutti a parole dicono di voler subito aiutare. Ma la realtà purtroppo è diversa. E ci racconta di litigi tra gli enti locali. Di mail impossibili da inviare ai municipi. E del rischio esclusione per tutti quegli anziani che non hanno esperienza su internet o non hanno il computer a casa. Intanto la gara per aggiudicarsi il diritto di distribuire i buoni pasto. Vinta dai Francesi di Edenred a scapito di un’azienda romana. Che già rifornisce il Lazio per un appalto aggiudicato su piattaforma Consip. I transalpini avrebbero vinto a parità di ribasso. Perché insieme ai buoni fornirebbero anche una app da scaricare sullo smartphone. Visto che gli aventi diritto sono quasi tutti anziani che non usano questa tecnologia le polemiche non sono mancate. Anche perché fa scalpore sostituire lavoro italiano con imprese estere in piena emergenza coronavirus. Ma non finisce qui. Perché per chiedere gli aiuti bisogna scrivere una mail al proprio municipio. Solo che in poche ore sono arrivate 30 mila domande e il sostena è andato in tilt.
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Raggi e Zingaretti litigano e i buoni pasto per i bisognosi rimangono fermi
E’ una vergogna quello che sta accadendo a Roma sulla vicenda dei buoni pasto destinati alle famiglie più bisognose. Ci sarebbero 22 milioni di euro da spendere, per un sussidio che va dai 300 ai 500 euro per nucleo familiare, Ma la domanda si fa per mail ai municipi, e moltissime caselle di posta elettronica sono andate in tilt. E ora sono bloccate. È prevista anche una distribuzione cartacea, utilizzando la rete delle tabaccherie romane. Ma ancora i buoni pasto dai tabaccai non si vedono. Oltre al fatto che la documentazione da fornire è complicata anche ricorrendo all’autocertificazione. Inoltre, la Regione Lazio e il comune di Roma hanno pensato bene di farsi i dispetti. Così dal Campidoglio fanno sapere che i sette milioni della Regione non sono mai arrivati in forma ufficiale. Lo riporta oggi Il Fatto Quotidiano. E sarebbe anche partita una lettera per chiedere di semplificare la burocrazia. Perché la modalità con cui la Regione erogherebbe i fondi a Roma è troppo complicata. Accuse che ovviamente vengono respinte. La modalità per avere gli aiuti è la stessa prevista dal governo nazionale, non capiamo le difficoltà rispondono da Via Cristoforo Colombo. Intanto i buoni spesa non arrivano e le famiglie povere non mangiano. Vergogna.