Via Crucis, il Papa non ci sarà: “Troppo freddo”. Un russo e un ucraino pregheranno insieme

colosseo di notte (2)

Per via del freddo intenso di questi giorni Papa Francesco seguirà la Via Crucis di questa sera da Casa Santa Marta, unendosi alla preghiera di coloro che si raccoglieranno con la Diocesi di Roma al Colosseo. Lo fa sapere una nota della Sala Stampa Vaticana.

Non è la prima volta che un Papa non partecipa in presenza all’appuntamento che ricorda la morte di Gesù. Prima di Francesco, infatti, già Giovanni Paolo II, nel 2005, a causa delle sue condizioni di salute fu costretto a saltare l’appuntamento del Venerdì Santo a cui teneva tanto. Quella Via Crucis di 18 anni fa è passata alla storia per la drammatica immagine di Wojtyla inquadrato nella sua cappella privata.

Un giovane ucraino e un giovane russo potrebbero pregare insieme stasera, alla Via Crucis del Colosseo. Dovrebbe accadere alla decima stazione (“Gesù è spogliato delle vesti”). “Voci di pace dai giovani dell’Ucraina e della Russia” è il titolo della meditazione in cui i due ragazzi dovrebbero raccontare la loro esperienza. “Gesù, per favore, fa che ci sia la pace in tutto il mondo e che tutti possiamo essere fratelli”, diranno i giovani. La prima testimonianza, sempre secondo quanto trapela, arriverà dalla Terra Santa. “Voci di pace in un mondo di guerra”, il titolo scelto dal Papa per la Via Crucis di questa sera.

Lo schema della Via Crucis, secondo anticipazioni che trapelano e in attesa dei testi ufficiali che dovrebbero essere diffusi nel tardo pomeriggio dalla Santa Sede, dovrebbe vedere al centro delle meditazioni anche la voce dei migranti che arrivano in Europa dall’Africa, l’appello di giovani dell’America Latina contro il narcotraffico e la corruzione che imperversa nei loro Paesi. E ancora: sarebbe prevista la testimonianza di un religioso della penisola balcanica e di una suora dell’Africa centrale i quali evocheranno in particolare le sofferenze dei cristiani perseguitati.

Lo scorso anno, dopo le polemiche per la presenza in una stazione di due amiche, una ucraina e una russa, Papa Francesco decise che la meditazione non fosse letta. Questo non bastò ad evitare l’incidente diplomatico con Kiev.