Virginia Raggi accusata di calunnia, a processo l’ex Sindaca di Roma
È sconcertata e incredula Virginia Raggi, l’ex sindaca di Roma, che ieri è stata rinviata a giudizio dal gup per alcune informazioni fatte nei confronti dell’ex amministratore delegato di Ama, Lorenzo Bagnacani. Per questa vicenda, come ha anticipato il quotidiano Domani, il processo inizierà l’11 settembre. Tra non poca incredulità dell’ex prima cittadina della Capitale.
Perché Virginia Raggi è accusata di calunnia
Tutto sarebbe partito da alcuni audio, registrati di nascosto nel 2019, dall’ex amministratore delegato di Ama. Audio nei quali l’ex sindaca di Roma sembrerebbe non le mandasse certo a dire sulla situazione dei rifiuti nella Capitale, da sempre un argomento al centro dell’attenzione. Dei politici che salgono al potere e dei cittadini stanchi ed esasperati.
Nell’esposto Bagnacani ha fatto riferimento a ‘pressioni indebite‘, che Virginia Raggi avrebbe messo in atto per far sì che il bilancio Ama venisse modificato. L’ex sindaca della Capitale ascoltata dai magistrati nel 2022, dopo la seconda richiesta di archiviazione, affermò che era stata minacciata dal manager. Stando alla sua versione, infatti, lei sarebbe stata messa quasi sotto pressione da Bagnacani. Dichiarazioni che hanno portato l’ex ad della municipalizzata dei rifiuti a denunciare l’ex prima cittadina per calunnia.
Le dichiarazioni dell’ex sindaca
“Mi si contesta di avere accusato alcune persone di aver tenuto nei miei confronti una condotta che esse stesse hanno esplicitamente rivendicato. All’epoca ho effettivamente subito enormi pressioni affinché si approvasse un bilancio che presentava molti aspetti poco chiari, ma non lo feci” – ha dichiarato Virginia Raggi, come riporta l’Ansa.
“Provo sconcerto e rabbia per una vicenda paradossale nella quale, voglio ricordarlo, sono stata io prima a denunciare pubblicamente e a segnalare in procura la situazione altamente critica dell’azienda – e, poi, ad affidarla a un nuovo Cda, che ne ha risanato i conti. Il bilancio successivamente approvato, dopo aver sostituito i vertici della società, risultò ben diverso. E’ emerso, infatti, un buco di 250 milioni di euro, prodottosi addirittura dal 2003, dovuti a una gestione pregressa a dir poco disattenta dell’azienda” – ha spiegato. “Ci tengo infine a sottolineare, ha concluso Virginia Raggi, che in relazione ai fatti che mi vengono addebitati, il Pm ha chiesto prima l’archiviazione e poi una sentenza di non luogo a procedere in mio favore”.
Ora, però, bisognerà aspettare l’11 settembre per capire come si chiuderà il cerchio di una vicenda, che va avanti da tempo.