Vittorio Pisani è il nuovo capo della Polizia: osò dire che la scorta a Saviano era inutile

Vittorio Pisani, Saviano

Non un burocrate, un passacarte ministeriale, ma un vero e proprio super poliziotto: qualifica che addice perfettamente a Vittorio Pisani, il nuovo capo della Polizia. L’attuale vicedirettore Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna) è l’uomo giusto al posto giusto, indicato dal governo Meloni.

Nato a Catanzaro, classe 1967, figlio di un agente della stradale: si fa le ossa alla Squadra mobile di Napoli, una carriera brillante che porta a condurre inchieste passate alla storia contro la criminalità organizzata. Chi vuole capire chi è Vittorio Pisani, vada su Raiplay. Il suo nome è già nella storia delle inchieste giudiziarie. Non è un mistero che abbia ispirato il personaggio di Michele Romano (interpretato da Claudio Gioè), capo della Mobile di Napoli, nella fiction Rai “Sotto copertura” che racconta la cattura di Michele Zagaria, boss del Clan dei Casalesi.

Con Roberto Saviano duellò a distanza facendo rimbalzare sulla stampa dichiarazioni che sollevarono un polverone. «Io faccio anticamorra dal 1991 – disse rispondendo a una domanda di Vittorio Zincone -. Ho arrestato centinaia di delinquenti. Ho scritto, testimoniato… Beh, giro per la città con mia moglie e con i miei figli, senza scorta. Resto perplesso quando vedo scortate persone che hanno fatto meno di tantissimi poliziotti, carabinieri, magistrati e giornalisti che combattono la camorra da anni. Non ho mai chiesto una scorta. Anche perché non sono mai stato minacciato. Anzi, quando vado a testimoniare gli imputati mi salutano dalle celle».

Una posizione che gli costò una marea di polemiche e una richiesta di chiarimento in tribunale sul passaggio che riguardava la concessione della scorta allo scrittore. «Saviano ci riferì di minacce avvenute in un negozio dei Quartieri – disse -. Svolgemmo accertamenti e mostrammo alcune foto a Saviano, che però non riconobbe in loro le persone che gli avevano rivolto minacce».

La decisione della scorta ovviamente non spettava a noi». Uno smacco non da poco allo scrittore napoletano che in queste ore starà schiumando rabbia per una nomina che sicuramente non deve avergli fatto piacere.