Vittorio Sgarbi propone una grande Mostra su Roma nel Fascismo
“Tra i progetti una grande mostra sulla Roma fascista. Il periodo fascista è stato l’ultimo momento di grande architettura di questa città.
E’ un’idea coraggiosa. Non bisogna avere paura del passato. Bisogna capirlo”.
A scrivere è Vittorio Sgarbi, genio e sregolatezza ma soprattutto uomo di straordinaria cultura che sa che cosa dice quando ne parla.
Il coraggio di Vittorio Sgarbi
Ed è indubbio che Roma tra le due guerre – una mostra così affascinante fu ideata e realizzata da Giano Accame negli anni ottanta – ha molto da raccontare di se’ ed è assolutamente eccellente la proposta di Vittorio Sgarbi.
Ovviamente ci sarà chi inarcherà il sopracciglio, chi negherà l’impatto culturale di una iniziativa di tal fatta ma sarebbe solo prova di sesquipedale ignoranza.
Per quel che ci riguarda non vediamo l’ora che Sgarbi ne illustri i contenuti per aprire un grande dibattito sulla cultura e gli autori del tempo. Perché è il momento di non aver paura di raccontare la città di quegli anni, con luci e ombre, proprio a partire da architettura e urbanistica. Roma è nella Storia proprio per tutto quello che ha rappresentato e rappresenta ancora oggi.
La regione e le città di fondazione
C’è da augurarsi che soprattutto a destra si sostenga con coraggio ed entusiasmo la Proposta di Sgarbi, perché tutti possano conoscere quel che è successo senza tesi precostituite. La stessa regione Lazio – pure a guida di Nicola Zingaretti – non ha esitato negli anni scorsi a finanziare le iniziative promosse per la valorizzazione e la conoscenza delle Città di Fondazione: sarebbe paradossale un ostracismo immotivato ad una mostra chiamata a conoscere storie e storia della Capitale d’Italia negli anni del Fascismo.
Speriamo di non dover sentire starnazzare le solite oche, le vestali trite e ritrite di un antifascismo che non dovrebbe ostacolare la cultura. Ovunque ci sono uomini e donne che non soffrono la malattia dell’oscurantismo: sarà bene richiamarli in servizio.