Willy Duarte, oggi la sentenza. La famiglia, ‘ci aspettiamo giustizia’

A poco più di un anno dall’inizio del processo in corte d’Assise a Frosinone, nel pomeriggio di lunedì 4 luglio è attesa la sentenza in merito all’omicidio di Willy Monteiro Duarte. Il giovane di Paliano ucciso nella notte tra il 5 ed il 6 settembre del 2020 in pieno centro urbano a Colleferro, a colpi di calci e pugni. Alla sbarra i fratelli Marco e Gabriele Bianchi e Francesco Belleggia e Mario Pincarelli.

In una delle ultime udienze il pubblico ministero Francesco Brando ha definito quanto successo quella drammatica notte in largo Oberdan a Colleferro “un’aggressione messa in atto da quattro individui in danno di un ragazzino. Noi pensiamo che questo sia un omicidio doloso, volontario e non preterintenzionale”. Poi ha chiesto l’ergastolo per i fratelli Bianchi e 24 anni di carcere per Mario Pincarelli e Francesco Belleggia.

La cronaca dell’omicidio

Era la notte tra il 5 e 6 settembre del 2020 quando Willy Monteiro Duarte è morto per i calci e pugni ricevuti nel pestaggio. Accusati dell’azione sono i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Il pestaggio si era verificato al culmine di uno screzio. A scatenare la lite, poi sfociata in un omicidio, ci sarebbe stato l’intervento di Willy a difesa di un amico.

Secondo quanto emerso due gruppi avrebbero cominciato a fronteggiarsi, sono usciti fuori dal pub. Finché Willy Monteiro Duarte non avrebbe detto di smettere di litigare. Il tentativo di placare la lite, però, non è stato accolto bene: il 21enne è stato colpito vicino alla sua macchina parcheggiata a pochi passi dai giardini che affacciano in largo Oberdan. Il disperato tentativo di soccorso dei medici e la corsa in ospedale dove il ragazzo è giunto morto. I quattro poco dopo i fatti sono stati individuati e portati in caserma dai carabinieri. Secondo quanto emerso, erano scappati ad Artena.

La requisitoria dell’accusa e le richieste di ergastolo

Nella requisitoria del 12 maggio scorso i rappresentanti dell’accusa hanno ricostruito le fasi del pestaggio. Sostanzialmente Willy si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato. “L’azione è partita da Marco e Gabriele Bianchi ma poi si salda con quella di Belleggia e Pincarelli diventando una azione unitaria – hanno spiegato i pm -. Quello che è successo a Willy poteva capitare a chiunque altro si fosse trovato di fronte” al branco. Un ruolo centrale nella requisitoria ha avuto il modus operandi dei quattro e in particolare la conoscenza della Mma. L’arte marziale di cui i Bianchi sono esperti. Una tecnica che è stata utilizzata come arma per “annientare il contendente” e di “farlo senza considerare le conseguenze dei colpi”. Il pestaggio è durato cinquanta, interminabili, secondi. In cui la vittima è stata raggiunta da colpi a ripetizione: “50 secondi di sofferenza incredibile” per il 21 enne di origini capoverdiane.

Nelle parole dei pubblici ministeri le motivazioni per la richiesta di ergastolo per i fratelli Bianchi e di 24 anni per gli altri due imputati. Quella notte i fratelli Bianchi hanno dato “sfogo al loro impulso violento, approcciandosi alla folla – scrivono i pm -. Con il solo intento di ledere e non recedendo dal proprio proposito criminoso nonostante i tentativi” di alcuni presenti “di spiegare come non vi fosse assolutamente la necessità di adoperare violenza”. Per l’accusa, di fatto, non esiste un movente per quanto accaduto a Willy. Un quadro di violenza “così banale che si può definire come ‘non movente'”, afferma l’accusa.

Le parole dell’avvocato e l’attesa della famiglia

“Attendiamo con serenità questa sentenza così come abbiamo affrontato l’intero processo – afferma l’avvocato Domenico Marzi, legale della madre e della sorella di Willy -. Gli elementi raccolti su questa tragica vicenda sono a mio avviso univoci”. Su facebook il sindaco di Paliano, Domenico Alfieri, non nasconde la tensione per l’attesa. “Io sarò presente in aula a rappresentare la nostra Comunità che è stata segnata da quell’orribile episodio. Non vi nascondo la tensione e l’ansia di queste ore che precedono il verdetto. Ma ho sempre avuto grande fiducia nella Magistratura e sono convinto che anche questa volta farà la cosa giusta. Non vogliamo vendetta ma solo giustizia. Giustizia per Willy e la sua stupenda Famiglia”.