Zingaretti apre le tendopoli per i malati dopo aver chiuso gli ospedali

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Zingaretti apre le tendopoli per i malati di coronavirus. Dopo aver chiuso tante strutture sanitarie…

Lo ha annunciato l’assessore Alessio D’Amato in Commissione Sanità alla Regione Lazio. “Saranno predisposte 31 tensostrutture (tende, ndr) di pre-triage in strutture della regione a partire dallo Spallanzani, dove le stanno già montando”. Poi sarà istituito anche il numero verde  800188800 per rispondere a tutte le domande. La Regione Lazio ha inoltre istituito un protocollo operativo tra il bambino Gesù e lo Spallanzani. “L’accordo prevede in caso di sovraccarico per il Bambino Gesù si usi lo Spallanzani”.

Zingaretti istituisce la solita “task force”

Non poteva mancare la solita “task force”, ha detto l’assessore di Zingaretti. “E’ stata istituita una task force dal 30 gennaio che ogni giorno monitora l’andamento delle segnalazioni e sta in stretto rapporto con i livelli nazionali ed europei”. “In queste ore stiamo preparando una ordinanza su uno schema tipo fatto dal governo in accordo con le regioni per assumere alcune iniziative. Tra le misure l’ordinanza prevede – ha spiegato D’Amato – che scuole e uffici pubblici debbano esporre le misure di prevenzione del ministero della Salute. E negli spazi aperti al pubblico debbano essere messe a disposizione soluzioni disinfettanti per il lavaggio delle mani. Sindaci devono ordinare misure per negozi. Gite e visite didattiche sono sospese fino al 15 marzo”.

340 posti letto in Regione. Ma non sono pochi?

Quanto al trattamento di chi viene da aree focolaio internazionali e nazionali, “la profilassi prevede l’obbligo per chi sia arrivato negli ultimi 14 giorni da aree focolaio di comunicarlo all’autorità territorialmente competente. Obbligatorio perché – ha spiegato D’Amato – su questa base si prevede la sorveglianza domiciliare fiduciaria”. D’Amato ha proseguito: “Noi abbiamo fatto –  ha chiarito l’assessore – una scelta a monte di centralizzare interventi ma abbiamo una rete infettivologica solida con 340 posti letto nella regione. Manteniamo una scelta di accentramento anche perché abbiamo una struttura di eccellenza come lo Spallanzani dove abbiamo fino ad ora processato 700 provette provenienti da tutta Italia”.

Le mascherine ci sono: ma le tengono ben chiuse

Poi apprendiamo che il materiale sanitario non manca, ma che è ben chiuso nei magazzini della Regione Lazio. “Ad oggi noi non abbiamo difficoltà sui dispositivi di prevenzione”, ha infatti assicurato l’assessore alla Sanità della Regione. “Ad oggi – ha elencato D’Amato – le giacenze fisiche in magazzino sono di oltre 400.000 mascherine chirurgiche, 23.000 mascherine ffp2, 26.000 ffp3, quasi 5 milioni di guanti in vinile, 2.800 visiere, circa 10.000 occhiali di protezione e circa 400.000 camici. Dunque ad oggi non abbiamo problemi di dispositivi”. Sui prezzi alle stelle di mascherine e disinfettanti “chiederemo al comando dei Nas di fare puntualmente delle verifiche in tutti i magazzini di stoccaggio”.

Anziché pensare alle carenze del Lazio, accusano le altre regioni

“Nella gestione sia in Lombardia sia in Veneto qualche défaillance c’è stata”. Lo ha detto con pessimo gusto l’assessore alla sanità del Lazio Alessio D’Amato riferendo in consiglio regionale sul coronavirus. “La propagazione è avvenuta in ambienti ospedalieri, un ospedale – ha sottolineato D’Amato – è stato praticamente messo in quarantena e la difficoltà a ricostruire ancora oggi la linea dei contatti è una difficoltà seria. Lo dico scevro da ogni elemento polemico – ha chiarito – anche perché abbiamo dato tutta la disponibilità e la confermiamo però sia nell’ospedale di Codogno sia nell’ospedale veneto qualche elemento di difficoltà c’è stato”.