Zingaretti, finisce la love story: gli cacciano la Lombardi

Lombardi montaggio fb

Niente più messaggini tra Zingaretti e la Lombardi. E nemmeno sguardi complici alla Pisana (quando lui c’è e lei non è costretta a sospirare in sua assenza). Conoscendo il governatore meglio della capogruppo protempore – molto protempore – dei Cinquestelle, è certo che la mollerà al suo destino. Nicola è fatto così: usa e getta. Provare per credere chiedendolo – promettendo anonimato – a chiunque dei consiglieri della sua maggioranza.

Povera Lombardi, si candidò per fare la presidente della Regione lasciando il Parlamento; ambiva a fare il sindaco di Roma al posto della Raggi; e invece le tocca ruzzolare pure da capogruppo con le natiche a terra.

La Lombardi ha diviso i dieci consiglieri Cinquestelle

Dieci consiglieri alla Pisana, cinque li ha contro, schierati e arrabbiati. Barillari, Blasi, Corrado, De Vito e Pernarella in rigoroso ordine alfabetico. Dall’altra parte, oltre a se stessa, Corrado, Novelli e Porrello. Più Cacciatore, la cui espulsione è prossima dopo che è arrivato addirittura a votare il collegato al bilancio di Zingaretti.

Si frantumano i sogni di gloria. La bandiera gialla macchiata di rosso Pd è riposta nell’armadietto. Quell’alleanza è maledetta dalla base e finora a lei non è fregato nulla. Ora dovrà mollare la seggiola da capogruppo.

Ma non solo per la love story (politica) con Zingaretti.

Le accuse dei consiglieri che non la sopportano più sono molteplici. E quelli che stanno con lei ne hanno qualche motivo: chi è vicepresidente del Consiglio, chi è presidente di commissione… Anche Barillari lo è, ma non è stato sufficiente per piegarlo a se’.

Ma gli altri sono infuriati. Nei Cinquestelle viveva la regola della rotazione dei capigruppo: fu rispettata nella scorsa legislatura. Ora la Lombardi ha bloccato l’incarico suo per tre anni.

Leggere le chat pentastellate lascia di sasso

Chi ha letto le chat dei consiglieri rimane di sasso a scoprire gli insulti che Roberta Lombardi rovescia sui suoi colleghi. Solo con Nicola si addolcisce. Tanto è vero che un dossier in preparazione vorrebbe raccontare in quali decisive riunioni dell’aula è stata assente.

Fa praticamente quello che le pare nel rapporto con il gruppo. Parla e si confronta solo con i “presidenti” schierati, da Porrello in giù. La Lombardi gestisce anche il gruppo consiliare – l’accusano – in maniera personalistica e questo non può andare bene agli altri consiglieri, sistematicamente esclusi dalla comunicazione, ad esempio.

Ma l’errore più grave riguarda proprio la “copertura” offerta a Marco Cacciatore dopo l’incredibile sostegno a Zingaretti nel collegato al bilancio. Si protesta per il fatto che durante la seduta non solo non ha preso le distanze in aula dal consigliere che ha dato fiducia ad un importante atto della maggioranza (mai accaduto in 7 anni). A seguito di tale grave atto politico, la Lombardi non ha preso alcun azione o provvedimento in merito all’ espulsione di Cacciatore dal Gruppo Consiliare M5S Lazio. Nelle chat interne dei Cinquestelle la capogruppo (in uscita) ha peraltro difeso il suo comportamento (in contraddizione quindi con il suo stesso voto in aula).

Da lontano, Zingaretti assiste alla fine della sua alleata preferita. Ma se si sta facendo fregare così non merita neppure una serenata. Tanto la Lombardi non gli serve più: ora ha Cacciatore a disposizione.