ZTL, la Raggi estenderà i varchi fino all’anello ferroviario. Ma si rischia la paralisi

La notizia è di quelle che fanno sobbalzare sulla sedia. Perché in questi mesi successivi al lockdown i cittadini romani si erano abituati ai varchi della ZTL aperti. Obiettivamente una gran comodità. Almeno per migliaia di automobilisti e lavoratori costretti ogni giorno a recarsi al centro città. Meno certamente per i residenti. Che contro il provvedimento della sindaca Raggi che ha aperto alle auto il centro storico fino al 30 agosto si sono subito mobilitati. Con tanto di petizioni e ricorsi al TAR. Chiedendo indietro almeno i soldi versati per l’abbonamento. Ma adesso la prima cittadina sembra aver nuovamente cambiato idea. Perché il comune di Roma starebbe partendo con i lavori per installare 46 nuovi varchi elettronici. Stavolta non più limitati allo stretto perimetro delle Mura Aureliane. O alle zone della movida come Trastevere e San Lorenzo.  Ma da piazzare in corrispondenza di quello che comunemente viene definito l’anello ferroviario. Una cintura immaginaria e non ben definita. Che include territori vastissimi della Capitale. Passando per esempio per la stazione di Trastevere e Porta San Paolo. E attestandosi oltre Corso Francia fino alla vecchia stazione di Vigna Clara. E alla Muratella, su via della Magliana poco prima di Colli del Sole.

Ovvio che chiudere alle auto questi tratti di Roma sarebbe impossibile. E magari in Campidoglio hanno un’idea di questo anello immaginario un po’ più ristretta. Ma intanto il solo annuncio ha gettato automobilisti e cittadini nel panico.

Guai per la Raggi, sui varchi aperti al centro spunta la class action

Arrivano 46 nuovi varchi ZTL. Ma con gli autobus a mezzo servizio sarà la paralisi

Starebbero già partendo i lavori per collocare altri 46 occhi elettronici pronti a sanzionare gli automobilisti romani. Si tratta dei futuri accessi  per la ZTL Vam. Che tradotto significa lo stop per i veicoli a motore. E le nuove colonnine verrebbero collocate molto più lontane dal centro rispetto ad oggi. Addirittura all’altezza del cosiddetto anello ferroviario. In tempi rapidi per giunta. Perché  la Raggi vorrebbe ultimare il tutto entro il 2020. Ma questa fretta appare quanto meno intempestiva. Vista la proroga dello stato di emergenza voluta dal governo nazionale. E il protrarsi degli obblighi relativi al distanziamento sociale. Che in termini di trasporto pubblico significa continuare a far girare autobus e metropolitane semivuoti. E allora, se blocchiamo anche le auto private in periferia come faranno i poveri cittadini romani a muoversi? Mistero. E la preoccupazione cresce.

Dovremo pagare anche per uscire di casa. Oppure fare i corsi per andare in monopattino 

Il comune di Roma metterà 46 nuovi varchi elettronici per limitare la circolazione delle auto private dall’anello ferroviario. E saremo tutti a rischio caos. Perché con il trasporto pubblico a mezzo servizio ancora non si sa per quanto e l’emergenza covid rischiamo di non poterci muovere più. Con danni ingenti per gli esercizi commerciali che in questi mesi hanno rischiato. E hanno deciso di tirare su la serranda. Nonostante l’assenza di turisti e lo smart working. Ma ora anche senza macchina sembra davvero troppo. Per non parlare dei costi. Perché è presumibile che anche per questi nuovi varchi varranno le regole già in vigore per le ZTL nel centro storico. Quindi divieto assoluto di circolare per i mezzi più inquinanti. Che  ad oggi sono i benzina fino ad euro 2 e i diesel che non superano euro 3. E poi la possibilità di entrare nella fascia protetta per comprovate esigenze di lavoro pagando una tassa. E ci mancava solo questo per toglierci i pochi soldi rimasti in tasca. E complicarci ulteriormente la vita. A meno che non si lancino dei corsi collettivi per imparare ad andare in monopattino. Magari anche in tangenziale come si è visto in questi giorni. Perché alla follia sembra non esserci davvero fine.

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